28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Immigrazione

La prima missione estera di Salvini per bloccare il «business miliardario che finanzia il terrorismo»

La prima missione estera di Matteo Salvini non sarà in Russia come qualcuno aveva ipotizzato

Matteo Salvini, ministro dell'Interno
Matteo Salvini, ministro dell'Interno Foto: Riccardo Antimiani ANSA

ROMA - Un ministro dell'Interno che per forza di cose deve essere anche un po' ministro degli Esteri. La prima missione estera di Matteo Salvini non sarà in Russia come qualcuno aveva ipotizzato (ma a Mosca "ci andrò presto" assicura), bensì in Libia, per gestire la questione migranti dal di dentro. «Presto – ha risposto Salvini a chi chiedeva ieri sera a margine del ricevimento nella residenza dell’ambasciatore russo Sergey Razov, a Roma, una prospettiva temporale per una visita in Russia – il mio primo impegno per il momento è sul fronte libico, che è più vicino e più preoccupante: più che l’invasione dei russi l’Italia in questo momento rischia altro tipo di aggressione e quindi mi sto impegnando sul fronte del Mediterraneo». «So che anche gli amici russi su quello hanno collaborato e spero collaboreranno ancora, spero entro l’estate di incontrare il mio mologo russo, mi ha scritto il ministro collega della Federazione russa e speriamo di cominciare a girare – ha aggiunto il vicepremier – Io ho bisogno ancora di 15 giorni per organizzare la squadra qua».

Business miliardario che finanzia il terrorismo
«Sto studiando, il primo viaggio penso sarà a breve in Libia perché questo (della tratta dei migranti, ndr.) ormai è un business miliardario: in Libia ci sono trafficanti di petrolio, di uomini e di armi e sono fondi che vanno a finanziare il terrorismo islamico, quindi non voglio che l’Italia ne sia complice». Legame ormai ampiamente dimostrato da continui casi di cronaca. Sul problema migranti, afferma Salvini, «cercherò in ogni maniera di svegliare l’Unione Europea, visto che l’Italia è totalmente sola. Spero di farlo rispettando tutte le leggi le convenzioni e ti regolamenti, se rispettare le leggi le convenzioni e i regolamenti non basterà faremo anche altro».

Minniti: «Italia non diventi l'Ungheria»
Immediata la reazione del suo predecessore Marco Minniti, che ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital dice: «Per valori, per tradizione e per interessi, l'Italia non può diventare l'Ungheria del Mediterraneo». Se l'Italia si ritira dal Mediterraneo, ci saranno altri Paesi che prenderanno il suo posto, ha aggiunto Minniti spiegando che «l'Italia non può passare per una realtà di confine tra est e ovest. La nostra è una realtà aperta». La Tunisia è un Paese chiave per il controllo dei flussi migratori e per la lotta al terrorismo. «L'ultima cosa che l'Italia deve fare è destabilizzare il rapporto con la Tunisia», ha continuato l'ex ministro. «Parlare ai Paesi africani pensando che ci sia un rapporto di subordinazione è la cosa più sbagliata da fare».