28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Immigrazione

Tasse più alte per chi affitta casa ai migranti: primo ok alla proposta della Lega

Passa al Comune di Savona la mozione del Carroccio: a Savona il 'caro-tari' per far pagare di più le cooperative che gesticono gli appartamenti

Foto di repertorio
Foto di repertorio Foto: ANSA/ORIETTA SCARDINO ANSA

SAVONA - Far pagare una tassa dei rifiuti più alta per gli appartamenti che ospitano i migranti. La mozione della Lega Nord è passasta in Consiglo Comunale. L'obiettivo è far pagare di più la gestione degli appartamenti per migranti delle cooperative del settore, seguendo così l'esempio di diversi Comuni lombardi che tassano questi appartamenti come se fossero bed and breakfast, affittacamere o case vacanze. In gergo, attività extra-alberghiere. Secondo il regolamento comunale in vigore a Savona, la Tari per gli appartamenti privati affittati stagionalmente si calcola in parte in base ai metri quadri e per un’altra parte considerando il numero di tre residenti. 

La mozione della Lega Nord
Però, questa la posizione della Lega Nord, appartamenti tassati come abitazione privata ospitano un numero di persone ben superiore a tre, come se si trattasse di un’attività imprenditoriale. Per questo il Carroccio ha chiesto al Comune di dar vita a un censimento di tutte le strutture extra-alberghiere, compresi i centri di accoglienza per migranti e, al tempo stesso, di aumentare la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani alle abitazioni destinate all'accoglienza. 
L’aumento andrebbe così a incidere sulle cooperative che affittano gli appartamenti per ospitare i migranti, mettendo in discussione la stessa accoglienza dei residenti asilo. 
 
La mozione dopo le multe
La mozione della Lega Nord arriva dopo la sentenza, a metà maggio, del giudice di pace che non ha accolto il ricorso della Cooperaci contro una multa ricevuta dalla polizia municipale: gli agenti avevano trovato in un appartamento di 75mq più ospiti - nove - rispetto al consentito - sette. Secondo le motivazioni non ci si può appellare alle misure di prima accoglienza e all’emergenza profughi, alle direttive dell’Unione Europea o ai protocolli e convenzioni con Regione e Prefettura per giustificare il sovraffollamento di migranti nelle case-accoglienza gestite dalle cooperative. «Fa fede il regolamento comunale che fissa una superficie minima calpestabile per persona».