28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Immigrazione

Immigrazione, Minniti: Abbiamo cancellato la parola «emergenza»

Immigrazione, terrorismo, sicurezza: questi gli argomenti toccati dal ministro dell'Interno a Bologna, in un incontro Pd sulle periferie

Il ministro dell'Interno Marco Minniti
Il ministro dell'Interno Marco Minniti Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

BOLOGNA - Per la gestione dei flussi migratori nel nostro Paese ci siamo impegnati a «cancellare la parola emergenza». In questo modo per la «gestione dell'immigrazione sul fronte nazionale abbiamo messo in campo una visione dell'Italia». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, a Bologna per un incontro del Pd sul tema delle periferie. «Sul fronte internazionale - ha spiegato Minniti - su immigrazione abbiamo messo in campo una visione dell'Italia. Ci siamo dati l'impegno e l'ambizione di governare i flussi e cancellare la parola emergenza nella gestione dell'immigrazione. L'immigrazione è un fenomeno strutturale che va gestito non come emergenza».

Governare i flussi
L'obiettivo è quello di «governare i flussi dall'altra parte del Mediterraneo e che ci sia accoglienza diffusa che superi i grandi centri di accoglienza che ci sia la capacità di integrare chi merita di essere integrato e di rimandare nel Paese di provenienza chi è venuto per delinquere. Questi - ha concluso il ministro - sono principi forti che abbiamo dimostrato e questioni su cui ci siamo già cimentati». Il Ministro ha poi parlato di terrorismo internazionale. Anche in Italia, ha detto, «ci sono in giro cattivi maestri» che speculano sul tema del terrorismo internazionale e dicono che «non è possibile tenere insieme sicurezza e libertà». Invece queste due parola «non sono in contraddizione", ma sono "due facce della stessa medaglia». Sul tema della sicurezza, secondo il ministro dell'Interno, Marco Minniti, i democratici sono gli "unici culturalmente e politicamente attrezzati" per realizzare sul territorio "politiche di sicurezza».

Sicurezza e terrorismo
Per Minniti, occorre considerare «la sicurezza come un bene comune di cui nessun cittadino vuole privarsi - ha detto -. Non è possibile separare la propria sicurezza da quella dell'altro. Allora non bisogna chiudersi in casa, isolarsi, rompere i rapporti con gli altri perché così non si ha l'idea della comunità». Anche nel dibattito sul terrorismo internazionale «ci sono in giro molti cattivi maestri che dicono: voi dovete scegliere perché non è possibile tenere insieme sicurezza e libertà. Chi dice questo è un cattivo maestro». Infatti «sicurezza e libertà sono tenute insieme non da una 'e' che è congiunzione ma da una 'e' che è verbo: sicurezza è libertà. Sicurezza e libertà non sono in contraddizione perché sono due facce della stessa medaglia. La sfida come sinistra riformista è tenere insieme queste due prospettive: garantire la sicurezza e non rinunciare nemmeno per un attimo al principio di libertà. Questa la sfida dei prossimi 20 anni non solo per l'Italia ma per il mondo intero».

Periferie
«Dobbiamo partire dalle periferie e da coloro che ci vivono: perché quello è il popolo italiano - ha proseguito Minniti da Bologna -. E un partito che si chiama Democratico che non si occupa del popolo e dei più deboli non capisco cosa ci stia a fare». Per garantire la sicurezza nelle piazze «ci deve essere un controllo da parte di forze polizia. Ma non basta. C'è bisogno che sia illuminata, politiche di sviluppo urbanistico, di inclusione sociale, di iniziative culturali e contro l'evasione dell'obbligo». Secondo il ministro dell'Interno «l'idea moderna di sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico ma anche politiche di sviluppo urbanistico, di inclusione sociale, di iniziative culturali e contro l'evasione dell'obbligo. Siamo gli unici culturalmente e politicamente attrezzati per attuare queste politiche di sicurezza. altrimenti verremmo meno a un compito storico». Per questa idea moderna di sicurezza «occorre un'alleanza strategica tra ministro dell'Interno e coloro che governano i territori».