19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Politica

Gentiloni sulla missione in Niger: «E' nell'interesse dell'Italia»

Il presidente del Consiglio durante la consueta conferenza stampa di fine anno ha affrontato la questione Niger

Il premier Paolo Gentiloni in Niger
Il premier Paolo Gentiloni in Niger Foto: ANSA/ CIRO FUSCO ANSA

ROMA - La missione militare dell'Italia in Niger è stata decisa in seguito a una richiesta del governo di Niamey, in «un Paese di transito dei flussi migratori che poi arrivano in Italia». Lo ha chiarito il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che durante la consueta conferenza stampa di fine anno ha ricordato come sia «evidente» l'interesse dell'Italia a rafforzare le capacità di controllo del Paese africano. «Noi andiamo in Niger - come il ministro (della Difesa) Roberta Pinotti aveva anticipato già nel mese di ottobre alle competenti commissioni parlamentari, preannunciando un'intenzione di organizzare una missione - in seguito a una richiesta del governo nigeriano", ha chiarito il capo dell'esecutivo, «pervenuta al governo italiano all'inizio del mese di dicembre».

Gentiloni: E' nell'interesse dell'Italia
La richiesta riguarda il contributo italiano a «fare le cose che l'Italia fa normalmente in questi Paesi». Come quelle che «stiamo facendo in bilaterale o in formati europei ad esempio in Libia, con la guardia costiera libica", ha proseguito Gentiloni. «Lavoriamo per consolidare gli assetti di controllo del territorio, delle frontiere e per rafforzare, formare, addestrare le forze nazionali». Il premier ha sottolineato che il Niger è il principale Paese di transito dei flussi migratori che poi arrivano in Italia. «Ho sentito qualcuno fare delle strane illazioni sui motivi di questa scelta, francamente sono spettacolari - ha aggiunto -  . Ma comunque ognuno, ovviamente, ha diritto alle illazioni più spettacolari».

Il Niger è un "paese di transito"
«La realtà però", ha puntualizzato l'ex ministro degli Esteri, «è che noi abbiamo un interesse italiano evidente nel consolidare la capacità del Niger di controllo del proprio territorio». Interesse che secondo il premier poi si traduce nella «capacità di consentire a Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) di organizzare meglio i loro campi, i rimpatri...», come ha sottolineato il presidente del Consiglio. «Una cosa molto importante del governo nigerino e del presidente (Mahamadou) Issoufou, che credo di aver incontrato una decina di volte nell'ultimo anno e mezzo, è che questo è un Paese pronto forse più degli altri a collaborare sul tema dell'emigrazione", ha evidenziato ancora Gentiloni. «Anche perchè è un Paese di transito, non è un Paese come altri dell'Africa occidentale che affida una parte consistente del proprio budget alle rimesse dei migranti e quindi comprensibilmente ha difficoltà almeno a sbandierare il grande impegno per i rimpatri». Gentiloni ha quindi concluso ribadendo che il Niger è un paese di transito «e se noi diamo il nostro contributo, come stanno facendo i tedeschi, al consolidamento delle capacità di tenuta di questo Paese, facciamo una cosa sacrosanta per gli interessi nazionali italiani».