Gentiloni ringrazia i paesi di Visegrad, ma dopo la carota usa il bastone: «Le distanze restano»
Il presidente del Consiglio ha pubblicamente ringraziato Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia per gli aiuti finanziari, ma non solo
BRUXELLES - Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha pubblicamente ringraziato, da Bruxelles, i primi ministri dei paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia) per la loro decisione di finanziare con 36 milioni di euro il Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa, e in particolare le azioni guidate dall'Italia per gestire il flusso dei migranti provenienti dalla Libia e per contrastare i trafficanti; ma, ha puntualizzato il premier, «naturalmente le distanze non cambiano» tra quei paesi e l'Italia per quanto riguarda «la necessità politica» delle azioni di solidarietà fra Stati membri dell'Ue, in particolare la redistribuzione fra tutti dei richiedenti asilo che arrivano nei paesi più esposti ai flussi, come Italia e Grecia. Gentiloni ha parlato brevemente con la stampa subito dopo l'incontro avuto con i leader di Visegrad, insieme al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker (che sostiene le posizioni dell'Italia), a poche ore dall'inizio del Consiglio europeo.
Gentiloni sottolinea le distanze con i paesi di Visegrad
«Proprio perché ci sono queste distanze - ha continuato il premier italiano - apprezziamo lo sforzo comune condiviso nella lotta contro i trafficanti» e per la prospettiva di creare «corridoi umanitari» con la presenza delle agenzie Onu, l'Unhcr e lo Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni). «Questo grande sforzo - ha osservato Gentiloni - da oggi ha delle risorse in più. E mi auguro che questo anticipo di riunione sia di buon auspicio per la discussione che avremo stasera (durante la cena di lavoro del Consiglio europeo, ndr) su che tipo di impegno i paesi Ue sono decisi a mettere in campo per sostenere queste politiche, per le quali c'è bisogno dell'impegno finanziario, logistico e politico, non solo dell'Italia e dell'Ue ma da tutti i paesi europei».
Il finanziamento del Fondo per l'Africa
Riferendo poi sul colloquio avuto con i leader di Visegrad, il premier italiano ha affermato: «Ci siamo detti, come si fa tra paesi europei che hanno rapporti storici, che sappiamo benissimo di essere su posizioni quasi opposte» riguardo alla cosiddetta 'dimensione interna' della politica europea sull'immigrazione e l'asilo. «Noi - ha osservato ancora - pensiamo che le chiusure siano sbagliate e che le quote obbligatorie (il ricollocamento dei richiedenti asilo in tutti i paesi dell'Ue, ndr) siano il 'minimo sindacale'. Loro sono lontanissimi e chiudono le frontiere. Ma è significativo - ha insistito Gentiloni - che questo non abbia impedito un'iniziativa politica che considero rilevante».
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