27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Cronaca

Ostia, Spada si difende: «Io capo? Non c'è nessuna mafia. Mi sono sentito provocato»

L’interrogatorio è durato due ore. Entro 48 ore il giudice dovrà convalidare o meno l’arresto. L’accusa è di lesione e violenza aggravati dal metodo mafioso per futili motivi

Roberto Spada fermato dai Carabinieri di Ostia
Roberto Spada fermato dai Carabinieri di Ostia Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

OSTIA - L’interrogatorio è durato due ore. Entro 48 ore il giudice dovrà convalidare o meno l’arresto. L’accusa è di lesione e violenza aggravati dal metodo mafioso per futili motivi. Al termine dell’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Regina Coeli, il gip di Roma Anna Maria Fattori si è riservato di decidere sulla richiesta di convalida del fermo di Roberto Spada, accusato di lesioni, con l’aggravante del metodo mafioso, e violenza privata. Durante l’interrogatorio Spada avrebbe ammesso l’aggressione al giornalista di Nemo Daniele Piervicenzi, colpito al volto da una testata, e avrebbe giustificato la sua reazione dicendo di essersi «sentito provocato» dal giornalista, che – avrebbe raccontato – da giorni cercava di intervistarlo. Il giudice nelle prossime 48 ore scioglierà la riserva decidendo se emettere o meno una misura cautelare.

Le accuse
Il fermo del pugile è avvenuto nella giornata di giovedì, con l’accusa di lesioni per futili motivi e violenza privata e con l’aggravante del metodo mafioso. Il capo accusatorio messo insieme dai pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò contiene una serie di considerazioni e atti di inchiesta relativi all’ascesa del clan sul litorale e alle dichiarazioni di alcun pentiti, i quali considerano Roberto Spada parte integrante e «capo» del sodalizio criminale. Questo punto, al di là dell’aggressione vera e propria, sarà determinante per capire se il giudice deciderà di tenere Spada dietro le sbarre almeno fino all’eventuale passaggio del tribunale del Riesame. L’aggravante del metodo mafioso, senza la quale non sarebbe scattato il fermo di ieri sera da parte dei carabinieri di Ostia, deriva secondo gli inquirenti dal contesto nel quale l’aggressione è avvenuta e, soprattutto, dalla platealità con la quale Spada ha voluto dare una prova di forza sul ’suo’ territorio, davanti agli abitanti del quartiere. La famiglia Spada - secondo gli inquirenti - rappresenta da anni una realtà criminale emergente e al momento dominante sul territorio di Ostia. Stando ad alcuni collaboratori di giustizia, le cui dichiarazioni sono riportate nel decreto di fermo emesso dalla Dda a carico dell’indagato, Roberto Spada farebbe parte del clan e sarebbe un soggetto «che comanda e che può dare ordini». 

"Nessuna organizzazione"
A quanto si apprende, pare che su tali accuse l’indagato abbia teso a «sminuire» le affermazioni dei pubblici ministeri, negando sia i ruoli di vertice nell’organizzazione (negando, fra l’altro, l’esistenza della stessa) sia rigettato la possibilità che lo stesso abbia deciso si aggredire i giornalisti come dimostrazione di forza di fronte al «contesto mafioso» descritto nelle carte giudiziarie.