Il racconto del chirurgo rapinato a Chieti: speravamo di non essere ammazzati
Le parole del chirurgo 69enne, aggredito e picchiato assieme alla moglie nella sua villa. Alla donna è stato mozzato il lobo di un orecchio
LANCIANO - "La situazione non consentiva di percepire i particolari. Magari in corridoio avranno anche detto qualche parola, ma veramente non abbiamo sentito. La 'macellazione' immediata ci ha reso indisponibili ai particolari, guardavamo alla sostanza, cioè di non essere ammazzati». A raccontarlo, dal letto di ospedale, è il chirurgo 69enne in pensione, aggredito e picchiato assieme alla moglie, a cui è stato mozzato il lobo di un orecchio, nel corso della rapina nella loro villa a Lanciano, in provincia di Chieti, in Abruzzo. Impossibile riportare dei particolari sull'accento dei 4 rapinatori, che alle 4 del mattino si sono introdotti in casa, dice ai giornalisti. Il sequestro è durato circa due ore, mentre è rimasto illeso il figlio disabile, anch'egli presente. Quando i banditi se ne sono andati, la coppia è riuscita a slegarsi e a dare l'allarme. Sono così intervenuti la Squadra Mobile di Chieti e gli agenti del commissariato di Lanciano
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