18 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Immigrazione

Martin Wolf: «Vi spiego perché l'immigrazione in Italia non fa bene al Paese»

Secondo il celebre economista britannico ed editorialista del Financial Times, non è vero che l'immigrazione fa crescere l'economia di un paese e l'Italia è in grande difficoltà

L'economista Martin Wolf sostiene che l'immigrazione non fa bene all'Italia.
L'economista Martin Wolf sostiene che l'immigrazione non fa bene all'Italia. Foto: ANSA/ MIKE PALAZZOTTO ANSA

ROMA – Non è vero che l'immigrazione fa crescere l'economia di un paese. Il celebre economista britannico, da oltre ventisette anni editorialistia del Financial Times, Martin Wolf rompe gli indugi e chiarisce la questione una volta per tutte. Da anni, in Italia come all'estero, si discute se l'immigrazione sia un bene o un male per un paese e spesso le opinioni più variegate vengono sostenute da numeri in piena libertà con pochi riscontri scientifici. Il risultato è un chiasso indistinto di voci di tifosi favorevoli o contrari all'immigrazione, ma pochi sono davvero capaci di orientarsi in questa delicatissima questione sulla quale è in gioco il destino di popoli e paesi. Martin Wolf propone quindi di «lasciar stare l'approccio ideologico» e guardare, invece, con metodo alle cifre. «Il contributo economico dei migranti è molto limitato», sostiene senza indugio l'economista britannico. «L'immigrazione – prosegue Wolf - non è un peso, ma neanche una panacea economica per nessun Paese». Lo dimostrano i numeri del caso italiano: » Oggi tra contributi previdenziali e tasse pagate, gli immigrati contribuiscono per 17 miliardi di euro l'anno e ne costano quasi 16. L'attivo quindi è molto lieve», riferisce l'editorialista del Financial Times. Siamo molto lontani dalle cifre prospettate dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, secondo il quale la previdenza nazionale ha bisogno dei contributi degli immigranti per reggersi in piedi.

Il caso italiano e la tesi di Boeri
Boeri aveva sostenuto non molto tempo fa che il Belpaese perderebbe ben 38 miliardi di euro fino al 2040 qualora decidesse di chiudere le frontiere all'immigrazione. Ma Wolf si spinge perfino oltre e arriva ad argomentare una presa di posizione che farebbe ingolosire perfino i sovranisti italiani e i partiti più ostili ai flussi migratori incontrollati, come quello della Lega Nord di Matteo Salvini: «Credo che sia una politica ragionevole quella di tutelare gli interessi dei propri cittadini e dei loro discendenti», sottolinea l'economista britannico. E aggiunge che «non si tratta di razzismo». La sua conclusione è inequivocabile: «Non dico che sia la politica giusta, o quella che suggerisco in ogni caso, ma che politicamente è legittima, specialmente se l'afflusso atteso è numericamente importante».

Le cause della crisi
Non molto tempo, Martin Wolf aveva rilasciato un'intervista a Giuliana Ferraino per il Corriere della Sera e anche allora aveva espresso idee piuttosto chiare sull'economia italiana: «E' in stagnazione da un lunghissimo periodo. E la produttività è rimasta ferma negli ultimi 20 anni – ha sottolineato l'economista -. L’Italia ha chiari problemi strutturali e macroeconomici, e non vedo nessun segnale di cambiamento, né una crescita più robusta all’orizzonte. E poi c’è la politica, che per un outsider è molto difficile da capire. Mi sembra una situazione molto caotica, dove nessuno è in grado di aiutare il Paese». Le sue conclusioni sulle origini del populismo anche allora erano state inequivocabili: «Il fallimento dell’economia, il cambiamento sociale e culturale portato dall’immigrazione e l’incompetenza delle élite. Sono responsabili della crisi che stiamo attraversando».