Migranti, Gasparri contro Galantino: inadeguato, si dimetta dalla Cei
Il senatore di Fi Maurizio Gasparri ha invocato le dimissioni del segretario della Cei monsignor Galantino, dopo che il segretario di Stato Parolin lo ha smentito sulla questione di «aiutare a casa loro» i migranti
ROMA - Parole di fuoco da parte del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri contro minsignor Galantino, segretario della Cei, noto per le sue posizioni - pubblicamente dichiarate - a favore dell'accoglienza. In particolare, Galantino era intervenuto dopo il recente invito del segretario Pd Matteo Renzi ad aiutare i migranti «a casa loro», obiettando: «Se non si dice come e quando e con quali risorse precise, «aiutarli a casa loro» rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità». Obiezione smentita dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ha invece osservato: «Io credo che il discorso dell’'aiutiamoli a casa loro' sia un discorso valido, nel senso che dobbiamo aiutare veramente questi paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più una realtà forzata, ma sia libera».
L'attacco di Gasparri
Ed è stato proprio l'intervento di Parolin a dare il via alla polemica da parte di Gasparri, che si è chiesto: «Ma perché l'inadeguato segretario della Cei, Galantino, non si dimette dopo la clamorosa sconfessione venuta dai massimi livelli del Vaticano?». E ha aggiunto: «Mentre il segretario di Stato, persona ben più competente, autorevole e preparata, ha detto che bisogna aiutare a casa loro gli immigrati, Galantino ha sostenuto in maniera irresponsabile e demagogica l'esatto contrario. La smetta di inquinare il dibattito italiano».
Dimissioni per i funzionari del Viminale
Il senatore di Forza Italia ha chiesto le dimissioni anche di «quei funzionari del Viminale che attraverso una ridicola circolare vorrebbero impedire di usare i termini immigrato, clandestino, illegale». E ha annunciato un convegno, dal titolo 'No agli immigrati clandestini extracomunitari', che si terrà nei prossimi giorni, in una sala del Senato. «Vediamo se qualche solerte funzionario vorrà vietarcelo!». Quindi, Gasparri ha pubblicamente apprezzato la decisione dei presidente delle regioni Lombardia, Liguria e Veneto - Maroni, Toti e Zaia - di ribellarsi a «questo diktat del politicamente corretto proveniente dal ministero degli Interni». Gasparri ha invece lanciato un «biasimo al tentativo patetico di risolvere l'arrivo di migliaia e migliaia di clandestini dalla Libia con il gemellaggio tra i comuni libici e italiani». E ha concluso: «È ridicolo il viaggio in Libia del presidente dell'Anci, Decaro. Siamo a livello del gemellaggio descritto da Guareschi tra il sindaco di Brescello e quelli dei comuni russi. Combattiamo il ridicolo e combattiamo anche i criminali che trasportano immigrati clandestini extracomunitari».
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