28 agosto 2025
Aggiornato 05:00
Nel comune di Inzago, provincia di Milano

«Volete i profughi? Ospitateli a casa vostra»: la provocazione del sindaco leghista Andrea Fumagalli

Chi vuole porte aperte all'immigrazione si faccia carico dei migranti. Questa la risposta del sindaco Andrea Fumagalli alla manifestazione di protesta a favore degli immigrati arrivati in paese

Il sindaco di Inzago (MI) Andrea Fumagalli e accanto un gruppo di immigrati
Il sindaco di Inzago (MI) Andrea Fumagalli e accanto un gruppo di immigrati Foto: ANSA

INZAGO - C'è un paesino della provincia di Milano in cui il sindaco avanza una proposta non solo provocatoria: chi vuole porte aperte all'immigrazione si faccia carico dei migranti. Questa la risposta del sindaco Andrea Fumagalli alla manifestazione di protesta a favore degli immigrati arrivati in paese con l'obiettivo di fargli accettare la ripartizione decisa dalla prefettura. Il sindaco si è segnato i nomi dei suoi concittadini pro-migranti e li ha invitati a ospitare in casa loro i nuovi arrivati. «Venite in Prefettura a firmare un documento» dice loro, «hanno espresso la loro opinione ma ora mi aspetto anche che si dimostrino coerenti con quanto sostengono».

"Mettano a disposizione i propri immobili"
Rieletto nelle fila della Lega Nord, il sindaco si è sempre dimostrato particolarmente attivo. «Se non sbaglio» dice rivolto ai concittadini «solidali», «qualcuno di loro ha anche appartamenti liberi, in ogni caso gli chiederò di mettere a disposizione i propri immobili firmando un documento in prefettura. Hanno la possibilità di dimostrare coerenza e mettere in pratica ciò in cui credono. Se hanno spazi, li ospiteranno loro", ha concluso.

La battaglia del sindaco contro i furbetti
Fumagalli è anche colui che alcuni mesi fa portò avanti una battaglia contro i furbetti: affitti, utenze e spese non versate per anni dai residenti nelle case comunali, per una cifra tra i cento e i duecentomila euro. Ogni richiesta e la posizione di tutti coloro che si sono rivolti ai servizi sociali è stata così vagliata attentamente e solo quelle supportate da prove hanno continuato a ricevere contributi. Per i debitori senza giustificazione è scattato invece il pignoramento dei beni. Una piccola grande rivoluzione che nell'hinterland milanese ha parecchio fatto parlare di sé. "Si spende troppo per il sociale, analizzeremo tassello per tassello»
aveva detto il primo cittadino. «Vogliamo mettere fine a situazioni che si sono incancrenite, le stesse di cui chiedevamo conto all’Amministrazione Calvi attraverso interpellanze. Chi fa il furbo non vivrà più nel Paese di Bengodi, ora ci sarà solo meritocrazia». Il Comune non è un «ente di beneficenza e io non ho la vocazione da sacerdote ma quella da sindaco e da politico, che vuol dire non elargire soldi a cittadini a destra e a manca".