Salvini: «Spiace che il G7 sia costato tanto e non sia servito a nulla. E della Merkel vi dico che...»
Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato con la verve a cui ci ha abituati il G7 di Taormina. E ha parlato dello scontro tra Angela Merkel e Donald Trump

MILANO - Non usa mezzi termini - come ci ha spesso abituati - Matteo Salvini, per commentare il G7 di Taormina appena concluso. Il leader leghista, in particolare, parla dello "scontro" tra Donald Trump e Angela Merkel, che ha fatto constatare alla Cancelliera che è ormai tempo per gli europei di badare da sé a loro stessi. «Trump ha difeso e difende gli interesse degli Stati Uniti dal punto di vista dell'immigrazione, della sicurezza dal terrorismo, della difesa del Made in USA, proteggendo l'acciaio, le industrie locali, invitando ad assumere americano, fa il suo mestiere, è l'Europa che non fa il suo mestiere», ha detto Salvini intervenendo a RTL 102.5. E ha proseguito: «La Merkel ha poche lezioni da dare perché la Germania ha 'germanizzato' l'intero continente con le sue regole, con la sua moneta, sull'immigrazione siamo abbandonati a noi stessi da due anni e lo scoprono adesso».
Gli interessi dell'Italia? Non li ha fatti nessuno
Il leader della Lega ha quindi aggiunto che «purtroppo l'Unione Europea è diventata una Unione Tedesca con la Merkel che ha fatto gli interessi dei tedeschi e i governi italiani che hanno fatto gli interessi dei tedeschi». Il problema, per Salvini, è che gli interessi degli italiani, sia a Bruxelles che a Roma, non li ha fatti nessuno. E rilancia: «Cosa farei io senza bacchetta magica e senza andare là e ribaltare il tavolo? Inizierei un percorso per cui l'Italia torna ad essere Italia, difende i suoi confini, difende la sua moneta, le sue banche, difende l'agricoltura di cui si parla poco e niente ma che è il primo settore massacrato da Bruxelles». Salvini ha concluso con un affondo sul vertice di Taormina: «Mi spiace solo che il G7 sia costato tanti soldi e non abbia concluso niente: sull'ambiente non si son messi d'accordo, sul commercio non si sono messi d'accordo, sul terrorismo e sull'immigrazione anche; se dovevano fare una settimana di vacanze a Taormina potevano farsela ad agosto senza rompere le scatole al mondo».
Trump fa gli interessi degli americani. Serve qualcuno che faccia lo stesso per gli europei
Quanto a Donald Trump, Salvini è chiaro: fa gli interessi degli americani. E, secondo il leader della Lega, ci vorrebbe qualcuno che facesse l'interesse degli europei. Salvini ha spiegato che se Trump «difende l'acciaio o le aziende agricole americane, fa il suo perché lo hanno eletto gli americani. In Italia ci vorrebbe qualcuno che difenda l'acciaio italiano, il vetro, il tessile, l'agricoltura italiana. Cosa che non c'è, quindi - per Salvini - non è Trump che è brutto e cattivo». «Come la Francia che controlla il confine di Ventimiglia e non fa entrare gli immigrati o l'Austria al Brennero: sono brutti e cattivi i francesi e gli austriaci - ha domandato il leader della Lega Nord - o siamo strani noi che facciamo entrare chiunque? Mi piacerebbe che l'Italia si 'trumpizzasse' e difendesse le sue aziende e i suoi lavoratori».
Le direttive europee controproducenti per l'Italia
Per Salvini ci sono alcune direttive europee, ad esempio la direttiva Bolkenstein, che mette all'asta tutti i mercati rionali dove compri frutta e verdura a minor prezzo rispetto ai supermercati. «Questa direttiva - ha continuato - mette in vendita le spiagge e i mercati» ma «l'Italia ha una sua peculiarità». Poi c'è «la direttiva sulle banche che rischia di far saltare 200.000 risparmiatori a partire dal Veneto. Non esiste, sono banche e ce ne occupiamo noi». Ancora, «tutte le normative sull'agricoltura che ci impongono l'olio della Tunisia, le arance del Marocco, il riso del Vietnam, il latte in polvere, il pesce. Non esiste, l'Italia è Italia, abbiamo un mare e una terra ineguagliabili, quindi difendiamo i nostri prodotti». Salvini conclude: «Si può fare? Sì. A Bruxelles qualcuno si arrabbierebbe? Chi se ne frega. Sull'immigrazione si possono soccorrere tutti e portarli indietro? Sì. A Bruxelles qualcuno si arrabbierebbe? Chi se ne frega. Lo abbiamo già fatto quando Maroni era ministro e ci avevano sanzionato».
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