9 dicembre 2024
Aggiornato 14:00
Parola d'ordine: dialogo

Siria, Libia, Ucraina, rapporti bilaterali. I temi caldi dell'incontro tra Mattarella e Putin

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente russo Vladimir Putin si sono confrontati sui principali fronti caldi della politica internazionale e sui rapporti tra Roma e Mosca

MOSCA - «Io spero che la sua visita ci darà motivo per superare ostacoli e divergenze». E' questo l'auspicio espresso dal presidente russo Vladimir Putin, che ha incontrato al Cremlino il capo di Stato italiano Sergio Mattarella, sottolineando che «i tempi non sono facili» .

Prospettiva positiva
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia spera nella graduale eliminazione delle difficoltà e incomprensioni tra i due Paesi. «Stiamo vivendo non il migliore dei momenti, ma la vostra visita ci pone in una prospettiva positiva. Ci auguriamo che tutte le difficoltà, le incomprensioni saranno gradualmente eliminate e noi torneremo alla normale cooperazione positiva», ha detto Putin.

Partnership di lunga data
Il leader russo ha aggiunto che l'Italia è un partner di lunga data, fidato, della Russia. «Purtroppo, abbiamo appena visto cadere gli scambi commerciali negli ultimi anni, sono diminuiti di 2,5 volte. Ma c'è un trend positivo: l'inizio dell'anno è stato caratterizzato da una crescita di oltre il 33%» ha detto.

Accoglienza calorosa
Putin ha riservato a Mattarella un'accoglienza calorosa, e non si è presentato in ritardo, come spesso accade. I ritardi cronici del leader del Cremlino sono passati ormai alla leggenda, (sempre causati da agende molto fitte e dall'abitudine del presidente russo di ascoltare a lungo gli interlocutori) sia con reali che con capi di stato. Ma evidentemente al numero uno del Quirinale il presidente russo ha riservato un'attenzione speciale. «Volevo ringraziare il presidente Sergio Mattarella per aver accettato il mio invito», ha poi sottolineato Putin, a ribadire il rapporto di cortesia che lo lega all'interlocutore. 

Libia
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo colloquio con il capo del Cremlino, ha affrontato varie tematiche calde sullo scenario internazionale. In primis la crisi libica, rispetto alla quale, ha detto, l'Italia sulla Libia «è convinta che non esista una soluzione militare alla crisi». «Contiamo sull'atteggiamento costruttivo da parte di tutte le parti. E da parte di Mosca», ha aggiunto il capo dello Stato.

Siria
Quindi, la Siria. L'Italia mette in luce «l'esigenza di trovare posizioni condivise sulla Siria", ha sottolineato Mattarella. Servono «sforzi comuni» per cambiare «l'attuale intollerabile situazione».  «Si deve lavorare per una soluzione politica sostenibile, sotto egida dell'Onu" e sulla strada dei "negoziati di Ginevra». E questo, secondo Mattarella, lo si deve a tutte le vittime di questa guerra orribile, «lo si deve ai profughi e agli sfollati. Auspichiamo che Mosca come tutti possa esercitare la sua influenza affinchè attacchi simili non si ripetano», ha detto il capo dello stato in riferimento all'attacco in Siria dove è stato denunciato l'uso di armi chimiche.

Dialogo
Mattarella ha sottolineato che «il moltiplicarsi, sul piano internazionale, di focolai di tensione e di conflitto e la preoccupante tendenza alla polarizzazione delle posizioni negoziali alla quale assistiamo deve indurci a riflettere intensamente sulla necessità di moltiplicare atteggiamenti e scelte responsabili e di consolidare iniziative di dialogo».

Armi chimiche
Nel caso della Siria, ma non solo, «l'uso di armi chimiche - o comunque bandite dalla Convenzione di Ginevra - è inaccettabile. Ci auguriamo - ha aggiunto il capo dello Stato - che quanto avvenuto solleciti con immediatezza tutti gli attori della crisi, particolarmente i più autorevoli, a mettere in campo sforzi comuni per superare l'attuale, intollerabile, situazione». L'Italia, ha assicurato Mattarella, «è pronta a fare la sua parte, sia nel quadro dell'importante sforzo portato avanti dall'Unione Europea - di cui la conferenza di Bruxelles rappresenta uno sviluppo incoraggiante - sia in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU».

Ucraina
Altro fronte caldo, quello ucraino. «L'Italia è molto preoccupata», ha fatto sapere Mattarella, «per l'assenza di sviluppi significativi sul terreno e di evoluzioni positive sul piano politico. Riteniamo che nessuno, non la Russia, non l'Europa, né l'Ucraina trarrebbero beneficio da una situazione di prolungata instabilità al cuore del continente»

Rapporti bilaterali
Mattarella, «nell'apprezzare il rilevantissimo e prezioso ruolo dell'OSCE sul terreno», ha colto l'occasione per «rinnovare la nostra fiducia nei confronti degli sforzi negoziali del Formato Normandia, in base agli Accordi di Minsk, e auspichiamo che la Russia eserciti tutta la propria influenza per il consolidamento del cessate-il-fuoco, per una rapida de-escalation e per la stabilizzazione del Paese, richiesta che rivolgiamo a tutti gli attori di quel teatro di crisi».

Bilancio positivo
Quanto alle relazioni bilaterali tra Russia e Italia, il bilancio è positivo. «Registriamo con soddisfazione un dialogo bilaterale positivo e produttivo, in tutti i settori». «Sono rapporti basati sulla fiducia e sul rispetto reciproci». La bontà dei rapporti tra Roma e Mosca è testimoniata, ha rilevato Mattarella, da «la frequenza dei contatti politici, la profondità delle relazioni economiche ed energetiche - che ci auguriamo possano divenire sempre più ampie e diversificate, sulla base di interessi convergenti e della complementarietà delle nostre economie - e lo dimostrano anche la tradizionale vivacità dei rapporti culturali e i partenariati innovativi, ad esempio nell'ambito del contrasto alla criminalità e nel comparto spaziale e scientifico-tecnologico. A quest'ultimo proposito - ha sottolineato - registriamo con particolare favore il rinnovo - durante questa visita - dell'accordo per la ricerca nel campo delle scienze fondamentali tra l'Istituto nazionale di Fisica Nucleare italiano e il Centro Congiunto per la Ricerca Nucleare di Dubna».

Cultura
Mattarella ha continuato sostenendo che «la cultura lega storicamente russi e italiani, tradizionalmente e particolarmente i giovani. Quello sui giovani - sulla loro mobilità, sulla loro capacità e possibilità di esprimersi, sulla loro creatività - è un investimento di assoluta rilevanza per ogni Paese ed è suscettibile di esercitare effetti positivi. E si basa essenzialmente sulla comune sensibilità culturale, quella sensibilità - e ne sono grato ancora - che ha indotto la Russia a restaurare il monumento de l'Aquila».