29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
I 60 anni dei Trattati

Trattati di Roma, i 27 firmano la dichiarazione nella Capitale blindata per cortei e sit-in

E' una città blindata, quella che ha accolto i leader dei 27 Paesi dell'Ue, pronti a firmare la dichiarazione per il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Per le strade, cortei e sit-in

ROMA - Una giornata attesissima, quella del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, accompagnata dall'ottimismo del presidente della Commissione europea: «Ci sarà un 100esimo anniversario della Ue», ha predetto al suo arrivo, nonostante i segnali ci raccontino un'altra storia. I leader dei 27 sono stati accolti dal premier italiano Paolo Gentiloni nella sala degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio, che 60 anni fa ha accolto 6 di loro. 

Brexit ferita aperta
L'assenza della premier britannica Theresa May si è fatta sentire, ed ha testimoniato il precario stato di salute in cui si trova  l'Unione al suo sessantesimo compleanno. Il premier Paolo Gentiloni, però, lo ha definito un «viaggio di conquiste» "Un viaggio di speranze realizzate e di speranze ancora da esaudire», ha detto. 

Gentiloni: futuro prospero
«Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Europa era ridotta a un cumulo di macerie. Milioni di europei morti. Milioni di europei rifugiati o senza casa. Un continente che poteva contare su almeno 2500 anni di storia, ritornato di colpo all'anno zero», ha proseguito il premier italiano. «Prima ancora che la guerra finisse, reclusi in una piccola isola del Mediterraneo, due uomini, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, assieme ad altri, sognavano un futuro diverso. Un futuro senza guerre. Un futuro prospero. Un futuro di pace».

«Eravamo in 6, oggi siamo in 27»
Gentiloni ha aggiunto: «Noi oggi, qui riuniti, celebriamo dunque la tenacia e l'intelligenza dei nostri padri fondatori europei. E la prova visiva e incontestabile del successo di quella coraggiosa scelta la offre il colpo d'occhio di questa sala: eravamo 6 sessant'anni fa, siamo 27 oggi. Non riesco a sfuggire al paragone con la generazione di chi firmò quei Trattati».

Fiducia ai cittadini
Secondo il premier italiano, è necessario anzitutto restituire fiducia ai nostri concittadini. «Crescita, investimenti, riduzione delle disuguaglianze, lotta alla povertà. Politiche migratorie comuni. Impegno per la sicurezza e la difesa. Ecco gli ingredienti per restituire fiducia. Serve il coraggio di voltare pagina»«Abbiamo imparato la lezione: l'Unione riparte - ha concluso Gentiloni -. E ha un orizzonte per farlo nei prossimi dieci anni. Abbiamo la forza per ripartire perché è la nostra stessa storia a offrircela». Un discorso sostanzialmente condiviso dalla Commissione europea, Jean-Claude Juncker, secondo cui l'Europa che riparte deve essere ancora più orgogliosa di quella dei padri fondatori, ora che la situazione è così fragile: «Solo rimanendo uniti saremo all'altezza della sfide che ci attendono».

La firma della dichiarazione
Come ci si aspettava, tutti i 27 leader hanno firmato la dichiarazione congiunta, comprese Polonia e Grecia. Atene, in particolare, ha infine tolto la riserva in extremis, dopo aver chiesto ai colleghi Ue una maggiore attenzione ai diritti sociali e dei lavoratori. Il clima che si è respirato in Campidoglio prima e al Quirinale poi, dove i leader sono stati ospiti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato cordiale e disteso. Nonostante le tanti questioni aperte sul futuro dell'Ue, che oggi sembrano essere state momentaneamente accantonate.

Sicurezza
Intorno ai leader europei, la sicurezza della Capitale è stata sotto strettissima sorveglianza. Cinquemila uomini delle forze dell'ordine tra le vie, e servizi che che hanno monitorato eventuali tentativi di infiltrazione da parte di terroristi, per scongiurare qualsiasi rischio di attentato. Sorvegliato speciale, il corteo di Eurostop, in cui si temevano infiltrazioni e violenze.  Circa 122 persone su tre pullman dirette a quel corteo sono state intercettate dalla polizia sul Grande raccordo anulare. Pare che a bordo siano state trovate armi improprie. Secondo gli organizzatori, però, sui pullman non ci sarebbero state armi e, oltre agli anti-europeisti provenienti da Veneto e Val di Susa, ci sarebbero state anche delle persone anziane. Intorno alle 17 la polizia ha caricato la coda del corteo su lungotevere Aventino spezzandolo in due tronconi. Qualcuno indossava caschi da moto e passamontagna.