16 maggio 2025
Aggiornato 06:30
Fratelli d'Italia

Coesione territoriale e Mezzogiorno, i 16 emendamenti di FdI contro il decreto «monstre» di Gentiloni

Il partito di Giorgia Meloni ha presentato 16 emendamenti al decreto legge «coesione territoriale e Mezzogiorno» presentato dal Governo Gentiloni, con cui abbattere il divario tra Nord e Sud del Paese

La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni
La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI ANSA

ROMA – La sovranità dell'Italia non può che passare per la rinascita del Mezzogiorno, per questo motivo Fratelli d'Italia ha presentato i suoi 16 emendamenti al decreto legge «coesione territoriale e Mezzogiorno» presentato dal Governo Gentiloni, con cui abbattere il divario tra Nord e Sud del Paese.

Sviluppo paritario fra Nord e Sud
Per prima cosa FdI ha chiesto che il Fondo per le infrastrutture (istituito dalla legge di bilancio con una dotazione di due miliardi per il 2017 e circa tre miliardi dal 2018 in avanti)  garantisca lo sviluppo paritario tra Nord e Sud. Anche il Fondo per le infrastrutture (istituito dalla legge di bilancio con una dotazione di due miliardi per il 2017 e circa tre miliardi dal 2018 in avanti), secondo FdI deve essere modificato affinché le risorse siano destinate in via prioritaria a interventi di messa in sicurezza dei territori e delle infrastrutture presenti, anche di carattere sanitario, delle aree classificate a partire dal 2006 ad alto e a medio rischio sismico; inoltre è stato chiesto che il 20% dei fondi venga destinato alle Regione colpite dai terremoti di agosto e ottobre 2016 e gennaio 2017.

Occupazione ed edilizia
Inoltre secondo il partito di Giorgia Meloni è necessario istituire un altro Fondo, «per finanziamento di interventi urgenti a sostegno dell’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia» da finanziare con gli utili della SGA SpA (la bad bank del Banco di Napoli, appena incorporata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con un tesoro di circa 600 milioni di euro). Non solo, FdI ha chiesto un terzo Fondo, che con una dotazione di 5 milioni di euro (di cui il 70% destinato alle Regioni Sud) si dedichi alla realizzazione di opere di sostituzione edilizia (demolizione di ecomostri e insediamenti abusivi ed ex abusivi), così da favorire lo sviluppo del settore, la rigenerazione urbana e si riduca il consumo di suolo (recupero delle coste, delle aree di pregio naturalistico e paesaggistico, delle aree agricole o montane, dei centri storici).

Agroalimentare e royalties petrolifere
E ancora, per il sostegno alla filiera agro-alimentare, è stato presentato un emendamento per l’istituzione di un Fondo per la ripresa degli investimenti, anche infrastrutturali, e la produzione dei prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Infine Fdi ha proposto l’istituzione di un Fondo alimentato da un aumento delle royalties a carico delle compagnie petrolifere che operano sul territorio nazionale (dal 10 al 12%) per la ricostruzione e la ripresa economica dei territori colpiti dallo sciame sismico.

Zone franche
Oltre ai Fondi, Fdi ha pensato a un'iniziativa per rilanciare le attività economiche e produttive delle aree portuali, con apposite zone franche dotate di fiscalità di vantaggio, istituite dalle Regioni. Zone a fiscalità agevolata sono state pensate anche per i territori distrutti dal terremoto. Nel dettaglio, l’emendamento di Fdi prevede che al fine rilanciare il sistema produttivo dei Comuni colpiti dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017, nei medesimi Comuni sono istituite zone franche urbane ai sensi dei commi 340 e seguenti dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Contrastare la delocalizzazione
Per impedire processi di delocalizzazione delle aziende italiane all’estero e favorire il loro insediamento nel Mezzogiorno, un emendamento prevede che le risorse attualmente destinate dalla Società Italiana per le Imprese all’Estero – SIMEST S.p.A., siano destinate al finanziamento di imprese localizzate nel Mezzogiorno. Poi ci sono due emendamenti a carattere locale.

Napoli e la Sardegna
Un emendamento prevede che il ministero dell’Economia e delle Finanze destini al Comune di Napoli la somma necessaria per estinguere il debito di 120 milioni di euro (notificato con atto di pignoramento in data 20 dicembre 2016) relativo ai rapporti commissori tra il Commissario straordinario per il terremoto dell’Irpinia del novembre 1980 e il «Consorzio ricostruzione otto». Infine gli interventi per la Sardegna: una proposta di modifica dispone l’inserimento dell’area industriale di Ottana, in provincia di Nuoro, tra i siti di interesse nazionale per le bonifiche. Sempre in favore della Sardegna, un emendamento prevede l’adozione di un piano tra Regione Sardegna e governo per individuare e attuare interventi di politica economica e fiscale per contrastare i disagi derivanti dall’insularità.