27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Governo Gentiloni

Padoan in Parlamento per il decreto salva-banche

Stasera alle 19 toccherà al ministro dell'Economia provare a convincere la commissioni bilancio di Camera e Senato, ad approvare la richiesta di autorizzazione a far salire il debito e varare lo scudo da 20 miliardi per aiutare gli istituti di credito in difficoltà

ROMA – Il 22 dicembre scadranno i termini per l'aumento di capitale da 5 miliardi che Monte Paschi di Siena vorrebbe raccogliere sul mercato privato, dopodiché toccherà allo Stato mettere mano al portafogli e ricapitalizzare l'istituto di credito per scongiurare il bail in (il salvataggio della banca grazie ai correntisti). L'operazione è ormai data per scontata: ieri sera è stata diffusa la notizia che da palazzo Chigi ci si stia attrezzando per varare un decreto salva-banche da 20 miliardi.

Padoan alla commissioni bilancio di Camera e Senato
Miliardi di euro che andrebbero a impattare negativamente sullo stato patrimoniale italiano, zavorrato da anni dal debito pubblico, e per questo stasera alle 19 toccherà al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, provare a convincere la commissioni bilancio di Camera e Senato, di approvare la richiesta di autorizzazione a far salire il debito. Dopodiché le due Aule si esprimeranno votando la richiesta, che dovrà incassare in entrambi i lati del Parlamento la maggioranza assoluta per venire approvata.

Padoan: «L'impatto è sul debito, non sul deficit»
Secondo il premier, Paolo Gentiloni, e il suo ministro Padoan che ieri hanno rilasciato un commento dopo il consiglio dei Ministri lampo in cui si è deciso per lo scudo da 20 miliardi in favore del comparto creditizio, si tratta di risorse «di natura precauzionale» e quindi non avranno impatto «sul debito ma sul deficit». Padoan ha chiarito: «Potranno essere adottate per due ordini interventi: primo, come garanzia per un adeguato livello di liquidità al sistema bancario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio lungo e termine; secondo, per un programma di rafforzamento patrimoniale mediante interventi di ricapitalizzazione anche con la sottoscrizione di azioni». Il ministro ha continuato: «L'impatto è sul debito, non sul deficit ma è una misura temporanea che non impatta sull'aggiustamento strutturale. Se fosse necessario l'uso di queste risorse, le modalità di rientro per la finanza pubblica saranno dettagliate nel Def».

Operazione in linea con regole Ue
Il titolare dell'Economia ha chiarito che l'operazione rispetterà le regole dell'Unione europea, che dal canto suo ha preferito non esprimersi, formalmente non c'è ancora nulla sul tavolo a parte gli annunci italiani, ma da Bruxelles hanno ribadito «costruttivi contatti» con Roma. I tempi per un eventuale decreto salva-banche sono strettissimi: se giovedì il mercato certificherà il fallimento della ricapitalizzazione privata toccherà al governo scongiurare il temuto bail in. Anche nel caso del decreto i risparmiatori pagheranno comunque dazio con la conversione obbligatoria dei bond Mps.

Il primo test per il governo Gentiloni
Intanto questo sarà il primo vero test per verificare la tenuta dell'esecutivo Gentiloni, soprattutto al Senato dove la maggioranza ha numeri risicati. Il presidente del Consiglio ha spiegato di considerare «dovere» del governo varare questo intervento «salvarisparmio. Vedremo cosa faranno le altre forze politiche. Molti hanno invocato una tutela pubblica, da domani in Parlamento avranno occasione di confermare questo atteggiamento». Il premier ha concluso: «Il governo si è mosso mi auguro ci sia convergenza più ampia possibile».