19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Le testimonianze dei sindaci dei paesi più colpiti

Terremoto, il sindaco di Ussita: «Situazione apocalittica, il nostro paese è finito»

Paura e disperazione nelle parole dei sindaci dei paesi colpiti dalle nuove scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia

Terremoto in Centro Italia.
Terremoto in Centro Italia. Foto: Shutterstock

ROMA - Paura e disperazione nelle parole dei sindaci dei paesi colpiti dalle nuove scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia. «Sono crollate parecchie case: la situazione è apocalittica, il nostro paese è finito" ha detto a Sky Tg24 il sindaco di Ussita Giuliano Rinaldi, dopo l'ultima forte scossa di terremoto che ha colpito le Marche. «E' crollata anche la facciata della chiesa, si è spaccato il terreno. La frazione di Casali non la possiamo raggiungere», ha aggiunto.

Campelli sul Clitunno
«Tanta paura ma qui la situazione è sotto controllo», ha invece dichiarato a RadioUno il sindaco di Campello sul Clitunno, Domizio Natali, precisando che «Protezione civile e carabinieri stanno effettuando ricognizioni sui paesini in montagna». «Per ora - ha aggiunto - nessuna notizia di danni o feriti. Il Comune, dove eravamo riuniti al verificarsi della prima scossa, ha retto. Ma è stata di grande violenza e ora ci sono molte crepe».

Castelsantangelo sul Nera
«Sicuramente si sono verificati crolli nel centro storico», è il bilancio del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci. «Durante la seconda scossa, molto più forte della prima, abbiamo visto una nuvola di polvere sollevarsi dal centro storico - ha detto - la terra continua a tremare in maniera violenta e la paura è tanta la gente si è riversata in strada e stiamo tutti qui sul piazzale, nelle auto». E adesso, ha aggiunto, «dobbiamo ricominciare tutto da capo: stavamo definendo il piano delle casette, eravamo avanti con i controlli. Niente. Tutto da rifare».

Doppietta sismica
Quello nelle Marche «siamo praticamente sicuri che si tratti di un nuovo terremoto che si è articolato con una 'coppia sismica', cioè una scossa forte e una successiva, ancora più forte, nella stessa zona o in zona contigua». Lo spiega Mario Tozzi, geologo del Cnr-Igag. «E' un meccanismo tipico dei terremoti dell'Appennino: nel 1997 la scossa della sera fu simile a quella della mattina e anche ad Amatrice quella iniziale era di 6 gradi e poi ne è arrivata una di 5.8. E' una cosiddetta 'doppietta sismica'», conclude Tozzi.