19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
La sindaca da Roma a Palermo

M5s, Raggi: «Vogliono dividerci». Grillo: «Però non sbagliare più»

E' arrivata con un giorno di ritardo a causa di impegni nella Capitale, ma il palco della kermesse ha ospitato anche lei: Virginia Raggi. Che a Roma ha ancora molti nodi da sciogliere

ROMA - «Abbiamo preso Roma, adesso tocca a Palermo, poi tocca alla Sicilia e poi toccherà all'Italia». La sindaca di Roma Virginia Raggi dal palco del Foro italico di Palermo arringa la platea pentastellata ostentando sicurezza. «Vogliono dividerci, ma siamo una famiglia», assicura ai militanti prima di salire sul podio. E la folla la incita «Virginia, Virginia» aggredendo verbalmente e fisicamente i giornalisti che la seguono: «venduti, leccate solo il potere!» gridano circondandola e lei sorride e si sottrae alle ultime domande.

Un giorno di ritardo
Raggi è arrivata a Palermo con un giorno di ritardo rispetto al previsto a causa del crollo della palazzina di Ponte Milvio, che ha voluto seguire di persona. Come prima cosa, però, appena atterrata, si è recata all'Hotel Posta dove ha parlato per più di un'ora e mezzo con il leader ritrovato del M5S Beppe Grillo e il figlio del fondatore Davide Casaleggio.

Ottimismo
A chi le chiede come sia andato l'incontro risponde con il solito sorriso: «Bene, benissimo» e ancora «abbiamo parlato di quello che succederà e di come sta andando Roma». A chi insinua che il passo avanti di Grillo, che si è di fatto ripreso la guida del Movimento, dipenda anche dai suoi ripetuti errori nella designazione della squadra capitolina e degli scossoni che hanno provocato nel M5S a Roma e non solo, fa spallucce: «mah», dice Raggi liquidando l'interlocutore.

Ancora polemiche
Resta il fatto che il malumore c'è ed è molto forte: il presidente della commissione di vigilanza Rai, autorevole pentastellato Roberto Fico, le ha chiesto dalle pagine dei quotidiani del mattino di rinunciare anche all'ennesimo candidato al Bilancio, Salvatore Tutino, perché oggetto «di numerose interrogazioni parlamentari», negli anni passati. Alessandro Di Battista, più tardi, sottolinea che la decisione di confermare Paola Muraro all'assessorato all'Ambiente «l'ha presa la sindaca e se ne assume la responsabilità», e che «a Virginia Raggi vanno onori e oneri» della poltrona del Campidoglio, nomine comprese. Beppe Grillo stesso, nell'incursione a sorpresa nei vicoli del capoluogo siciliano ammette «gli sbagli che abbiamo fatto» anche se è certo, dall'accoglienza calorosa che riceve, che in definitiva gli italiani delle beghe interne del M5s «se ne strasbattono».

Il ritorno del capo
L'incontro a tre Raggi-Grillo-Casaleggio viene raccontato da chi c'era come cordiale e amichevole, concentrato sulla festa pentastellata, sugli interventi ma anche su Roma e su quella giunta capitolina che deve 'registrarsi'. Sui nomi degli assessori del Bilancio, del Patrimonio sul capo di Gabinetto e dell'avvocatura capitolina, che hanno fatto storcere il naso di nuovo alla base pentastellata romana «mi confronto con assessori e consiglieri», ostenta Raggi al termine dell'incontro. Ma Grillo le avrebbe chiesto di non sbagliare più, di dargli garanzie e altre informazioni sulle persone che avrebbe scelto e, a scanso di equivoci, anche per sedare le faide interne delle scorse settimane, ha ripreso le redini del Movimento salde tra le mani: «Se devo fare il capo politico lo farò. Io ci sono a tempo pieno - ha spiegato Grillo -. Non posso più con il passo di lato. Io voglio stare con il M5S fino alle elezioni e vincerle».

Ma a Roma zoppica ancora
Se Roma cade, però, la marcia su Palazzo Chigi potrebbe implodere. Grillo lo sa e lo ricorda anche a Raggi che infatti sulla squadra prende un altro po' di tempo. «I problemi di Roma li stiamo risolvendo - ripete - c'è una giunta che è al lavoro» e il nome del nuovo assessore al Bilancio «lo dirò presto», assicura la sindaca. «La nostra idea è portare una rivoluzione normale, gentile all'interno delle istituzioni. Non dobbiamo perseguire il consenso, dobbiamo fare ciò che è giusto, ciò che serve, perché per troppo tempo non si è fatto», sottolinea prima di lasciare il Foro italico. E ancora: «Non mollo, non mollo. Che bello essere qui tutti uniti. Ci dipingono come divisi, invece non è vero: siamo più uniti che mai. Noi dobbiamo dire 'si" soltanto ai cittadini. Abbiamo le mani libere, facciamo paura perché siamo liberi».

Rebus giunta
Dopo un rapido passaggio all'Hotel Posta, Raggi va a riprendere l'aereo alla volta della Capitale. A Roma l'attende il rebus di Giunta che per la città resta ancora insoluto, e l'Assemblea capitolina che domani mattina, nella conferenza dei capigruppo, si riconvocherà con in coda diverse patate bollenti come la mozione di rinuncia alla candidatura alle Olimpiadi 2024 e l'assestamento di bilancio «politico» che doveva arrivare entro fine mese. E gli applausi di Palermo saranno presto un ricordo.

(Fonte Askanews)