24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Il 7 aprile pool investigatori egiziani a Roma

Caso Regeni, scontro Italia-Egitto dopo le parole di Gentiloni

Il governo italiano si fermerà solo di fronte alla verità e, qualora non si registrasse un cambio di marcia da parte del governo egiziano, «il governo è pronto a reagire». Così il ministro degli Esteri sul caso Regeni

ROMA – L'Italia non starà zitta di fronte alla vaghezza dell'Egitto. Ad assicurarlo è Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri. Il titolare della Farnesina, nell'informare il Senato, sé convinto di una cosa: sulla morte di Giulio Regeni «ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo». Parole dure che rimarcano l'intenzione del governo di fare piena luce sulla vicenda del giovane ricercatore italiano sequestrato al Cairo il 25 gennaio e trovato morto il 3 febbraio.

L'avvertimento di Gentiloni
Mercoledì 6 aprile arriverà in Italia la delegazione di investigatori egiziani, portando con sé il dossier contenente tutte le informazioni che gli inquirenti egiziani sono riusciti a raccogliere sul caso Regeni. Un incontro, quello di giovedì, che – a detta del numero uno della Farnesina – potrebbe rivelarsi «decisivo» nello sviluppo delle indagini. È quanto si augura Gentiloni, che non manca di lanciare un avvertimento chiaro e preciso al governo di Al Sisi: «Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate», perché «Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell'Italia».

L'ira dell'Egitto
Le parole di Gentiloni sono state accolte con un certo disagio dai colleghi egiziani. Il portavoce del ministro degli Esteri egiziano afferma che gli avvertimenti dell'Italia, per bocca del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, «complicano la situazione» relativa al caso della morte del ricercatore italiano. Il presidente Al Sisi, dal canto suo, ammorbidisce i toni e promette ancora collaborazione: il presidente ha sottolineato, infatti, la «determinazione dell’Egitto a continuare la sua piena cooperazione con la parte italiana con assoluta trasparenza per chiarire le circostanze dell’uccisione di Giulio Regeni e per processare i criminali».

Renzi: Fermi solo di fronte alla verità
Anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta la situazione dell'inchiesta in corso sul caso Regeni e afferma: «E' una vicenda che ha molto colpito, mi ha colpito la dignità della famiglia che ha dato una gigantesca lezione al mondo. Noi ci fermeremo solo davanti alla verità vera, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e anche a tutti noi. La nostra è una presa di posizione chiara, secca e forte. Noi pensiamo e speriamo che l'Egitto possa collaborare con i nostri magistrati, abbiamo la disponibilità a vedere le carte insieme e noi vogliamo vogliamo che la verità sia trovata».