18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Lotta al terrorismo islamico

Renzi: «Libia? Abbiamo già dato»

Lo dice il Presidente del Consiglio in una intervista al Corriere della Sera spiegando perché l'Italia non insegue Francia, Gran Bretagna e Germania nei bombardamenti all'Isis: «Davanti a Daesh e tutte le forme di terrorismo noi siamo pronti, anche militarmente. Se ci sarà una strategia chiara ci saremo»

ROMA - «La posizione dell'Italia è chiara e solida. Noi dobbiamo annientare i terroristi, non accontentare i commentatori. E la cosa di cui non abbiamo bisogno è un moltiplicarsi di reazioni spot senza sguardo strategico. Tutto possiamo permetterci tranne che una Libia bis». Lo dice il premier Matteo Renzi in una intervista al Corriere della Sera spiegando perché l'Italia non insegue Francia, Gran Bretagna e Germania nei bombardamenti all'Isis.
Il presidente del Consiglio non teme che l'Italia rischia di avere un ruolo marginale nella partita libica: «Se protagonismo significa giocare a rincorrere i bombardamenti altrui, le dico: no grazie. Abbiamo già dato. L'Italia ha utilizzato questa strategia in Libia nel 2011: alla fine cedemmo a malincuore alla posizione di Sarkozy. Quattro anni di guerra civile in Libia dimostrano che non fu una scelta felice. E che oggi c'è bisogno di una strategia diversa».

Sono fiero e orgoglioso dei nostri militari
L'Italia, chiarisce il premier, non è ferma: «Siamo ovunque. L'Italia è una forza militare impressionante. Guidiamo la missione in Libano, siamo in Afghanistan, in Kosovo, in Somalia, in Iraq. Il consigliere militare di Ban Ki-moon per la Libia è il generale Serra, uno dei nostri uomini migliori. Abbiamo più truppe all'estero di tutti gli altri, dopo gli americani e come i francesi. I tedeschi hanno deciso di aumentare i loro contingenti dopo Parigi, ma ancora non arrivano al nostro livello di impegno. E ciò che loro hanno deciso nel dicembre 2015, noi facciamo dal settembre 2014. Sono fiero e orgoglioso dei nostri militari. Ma proprio perché ne stimo la professionalità dico che la guerra è una cosa drammaticamente seria: te la puoi permettere se hai chiaro il dopo. Quando diventi presidente del Consiglio ti guida la responsabilità, non la smania».

Serve una strategia chiara
«Davanti a Daesh e tutte le forme di terrorismo - conclude Renzi - noi siamo pronti, anche militarmente. Se ci sarà una strategia chiara ci saremo. Ma perché questo accada adesso è cruciale un accordo a Vienna sulla Siria e uno a Roma sulla Libia: ci stiamo lavorando».

Pinotti: Contro il terrorismo serve struttura intelligence europea
«Bisognerebbe avere il coraggio contro il terrorismo di fare una struttura di intelligence europea. Il lavoro di intelligence è fondamentale. E' difficile chiedere una condivisione completa ma su questo tema bisogna sfidare la Ue». Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, parlando della lotta al terrorismo durante un'iniziativa pubblica a Genova.