Su Berlusconi a Bologna il pressing dei forzisti favorevoli e contrari
Lo sfogatoio c'è stato, la decisione non ancora. Silvio Berlusconi torna a Roma e riunisce lo stato maggiore di Forza Italia per discutere di quella che sembra diventata una questione dirimente: la partecipazione o meno del Cavaliere alla manifestazione della Lega di domenica a Bologna
ROMA - Lo sfogatoio c'è stato, la decisione non ancora. Silvio Berlusconi torna a Roma e riunisce lo stato maggiore di Forza Italia per discutere di quella che sembra diventata una questione dirimente: la partecipazione o meno del Cavaliere alla manifestazione della Lega di domenica a Bologna.
Silvio a Bologna?
Mezzo partito dice sì, l'altra metà dice no. L'ex premier un giorno dice sì, il giorno dopo dice no. Uno schema che ormai si ripete ciclicamente: basti pensare all'endorsement dato e poi ritirato alla candidatura di Alfio Marchini per il Campidoglio. O al balletto sulla presenza al congresso del Ppe a Madrid. Sintomatico dello stato di disorientamento che ormai sembra essere diventata la regola. E' lo stesso ex premier a mettere sul piatto della bilancia pro e contro. «Se vado lì so che sbaraglio tutto, conquisto quella piazza», dice all'inizio. Poi, però, aggiunge: «Mi è passata la voglia, ma lasciamoci aperta questa porta. Deciderò in questi giorni».
Chi dice no, e chi dice sì
A guidare la fazione dei contrari c'è Paolo Romani e con lui Altero Matteoli. La loro convinzione - ribadita anche oggi - è che questa sia una manifestazione «nata male», con l'idea di bloccare l'Italia e «non condivisibile neanche nelle modalità» visto che Berlusconi sarebbe «poco più di un comprimario». Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, invece, avrebbe sottolineato in particolare la difficoltà del partito di avere una linea politica lineare. «Andare o meno domenica - avrebbe argomentato - sarebbe una scelta automatica se tutto fosse più chiaro». A fare pressing per una partecipazione del Cavaliere è invece Licia Ronzulli, tres d'union con la Lega di Matteo Salvini. Con lei anche alcuni coordinatori regionali, come il veneto Marco Marin.
L'incontro
Determinante potrebbe essere un incontro tra Berlusconi e Salvini. Non è chiaro se sia in agenda visto che proprio l'ex premier, davanti ai suoi dirigenti, avrebbe raccontato che il segretario del Carroccio, dopo aver saputo della sua titubanza, «ha deciso di farlo saltare». In queste ore, però, sono entrati in campo i mediatori. «Mi auguro ci sia anche Berlusconi», dice intanto il leader leghista, perché la manifestazione «è aperta a chi contesta questa sinistra che ne aiuta pochi e ne condanna molti, quindi mi auguro che ci sia perché gli assenti hanno sempre torto».
Coordinamento parlamentare?
Propedeutica a un rasserenamento del clima, per esempio, potrebbe essere la nascita di un coordinamento parlamentare tra i gruppi di Forza Italia, Lega e Fdi per decidere gli emendamenti alla legge di stabilità. Un incontro dalla tempistica dovuta visto che le proposte di modifica vanno presentate entro sabato. Ma che viene considerata un segnale positivo anche dagli alleati. In queste ore, viene spiegato, l'altalenante umore di Silvio Berlusconi propenderebbe per una sua partecipazione alla manifestazione leghista di Bologna.
L'unione fa la forza
D'altra parte tra gli azzurri è forte il pressing dei favorevoli. In particolare, ci sono 15 senatori (tra cui Marin, Gibiino, Minzolini, Ceroni, Piccoli, Boccardi e Floris) convinti che «in un momento del genere l'unione delle forze di centrodestra è fondamentale per essere competitivi, specie mentre la sinistra si divide. In questa fase - sottolineano - il ruolo storico di Fi è fare da collante dello schieramento alternativo al Pd». Dello stesso avviso Augusto Minzolini, che in un'intervista al Tempo ha spiegato perché, a suo parere, «la cosa migliore è andare»: «soprattutto per la funzione storica che ha Forza Italia per il Paese e all’interno del centrodestra. FI è il collante della coalizione, con Berlusconi nel ruolo fondamentale di federatore delle forze di centrodestra. Se questa è la prospettiva, ed è una prospettiva obbligata dalla legge elettorale e dalla storica alleanza con la Lega, credo che sia opportuno andare a Bologna».
Alleanza con Lega non in discussione
Giovanni Toti, invece, non vede la centralità della polemica. «L'alleanza con la Lega non è in discussione», a Bologna c'è una manifestazione della Lega a cui Berlusconi è stato invitato e deciderà se andare. Non mi pare un tema fondamentale», ha dichiarato al termine della una riunione tra l'ex premier e lo stato maggiore di Forza Italia. «Il dibattito è legittimo, Berlusconi - ribadisce - da qui a domenica deciderà cosa fare».
(Con fonte Askanews)