Avvenire: E' stata la mossa disperata e ardita di un sindaco narciso
Per il giornale della Cei ombre forti ci sarebbero sul Pd dopo la revoca delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino: «Resta la sensazione spiacevole delle 'manovre di Palazzo'»
ROMA - Il ritiro delle dimissioni da parte di Ignazio Marino è stata «la mossa disperata e ardita di un sindaco narciso, forse un po' troppo pieno di sé e rimasto ormai senza mezza giunta» ma «allo stesso tempo apre uno scenario mai visto per la capitale e getta ombre forti sul Partito democratico». Lo scrive Avvenire.
Le manovre di Palazzo
Marino, scrive Eugenio Fatigante in un'analisi del giornale della Conferenza episcopale italiana, «può aver operato bene o male (e in questo campo rientrano le illegali trascrizioni delle unioni gay) come sindaco, a seconda dei punti di vista di ciascuno, ma un punto delle sue tesi è a suo modo incontestabile: 'Ritengo che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l'aula, il consiglio comunale'». E, ormai «ridimensionata» la vicenda degli scontrini, se ora «Marino viene cacciato perché ha amministrato male la città, non era così anche tre settimane fa? Cosa è cambiato nel frattempo? In assenza di spiegazioni - scrive il quotidiano Cei - resta la sensazione spiacevole delle 'manovre di Palazzo'. E lo spettacolo di un Pd costretto disperatamente a inseguire le opposizioni. Scene poco edificanti per tutti. Tranne per M5S che, non a caso, resta alla finestra. Sic transit gloria Romae».
Faro di Roma
Sempre nel mondo cattolico, il blog Il Faro di Roma dà voce ad un'apprensione in vista del primo novembre: «Speriamo che Marino ci risparmi la sua presenza al Verano. Il Papa non va stalkizzato».
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