Cantone: Gli appalti a Roma hanno favorito la mafia
Il presidente dell'ANAC, Raffaele Cantone, commenta la relazione presentata sulle assegnazioni degli appalti a Roma: non tutti gli appalti irregolari sono necessariamente oggetto di corruzione, spiega Cantone, ma «quel sistema di illegalità ha finito per favorire meccanismi corruttivi»
ROMA - «Ci sono appalti che possono essere dati per legge anche senza gara, ma noi abbiamo verificato che molti sono stati assegnati senza gara anche se non c'erano quei presupposti», così il presidente dell'Anac Raffaele Cantone sintetizza ai microfoni del gr1 Rai la relazione dell'autorità anticorruzione sulle amministrazioni capitoline tra il 2011 e il 2014.
Il sistema di Mafia Capitale
Alla domanda se il sistema descritto nella relazione sia la base di Mafia Capitale, Cantone risponde: «Il sistema è praticamente in gran parte quello. Non tutti gli appalti irregolari sono necessariamente oggetto di corruzione, ma quel sistema di illegalità ha finito per favorire meccanismi corruttivi».
Possibili nuove indagini giudiziarie
Cantone aggiunge: «Con il passaggio alla giunta Marino c'è stata una riduzione del numero degli appalti, in percentuale le procedure negoziate (cioè quelle sena gara n.d.r) sono rimaste particolarmente elevate, ma dal punto di vista del volume economico si sono notevolmente ridotte. Ora non spetta a noi valutare se questa relazione potrà aprire nuove indagini giudiziarie, anche sui sindaci. Certo noi abbiamo inviato la relazione alle Procure perché c'è un evidente collegamento alle indagini Mafia Capitale, dato che alcuni degli appalti riguardavano cooperative oggetto delle indagini Mafia Capitale».
(con fonte Askanews)