19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Il Cav interviene al raduno giovanile forzista

Berlusconi: «Le riforme di Renzi uccidono la democrazia. C'é un rischio regime»

Il leader di Fi rilancia: "Siamo in un paese senza democrazia, siamo stati governati da tre esecutivi non eletti"

ROMA (askanews) - Il leader di Forza Italia interviene nel dibattito politico, accusando il governo Renzi di sferrare un attacco mortale alla democrazia italiana. Berlusconi ha telefonato in diretta al raduno giovanile forzista "Everest".  

Berlusconi: I governi di sinistra vogliono conquistare il potere
L'Italia è minacciata dal «pericolo di una crisi economica assolutamente grave: siamo la maglia nera dell'Europa». Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, intervenendo in collegamento telefonico con "Everest", il raduno dei giovani azzurri organizzato da Maurizio Gasparri e in corso a Giovinazzo, in provincia di Bari. Le sue parole sono state rilanciate dalle telecamere di Raninews24, presenti all'evento. E il leader forzista non si è fermato qui, enunciando il paradosso - inspiegabile secondo Silvio - del governo Renzi: «Il Governo Renzi, nonostante come voglia presentarsi Renzi, è assolutamente un governo di sinistra che ha questa caratteristica: che non può ridurre le tasse. Perché per la sinistra la finalità prima del fare politica è conquistare il potere e poi espandere il potere e si può espandere il potere soltanto attraverso la spesa pubblica».

Con Renzi finirà la democrazia
Poi Silvio Berlusconi è tornato a criticare la riforma costituzionale e la riforma elettorale, il cosiddetto Italicum, nel corso del suo intervento telefonico al raduno giovanile forzista «Everest». «Siamo in un'Italia - ha detto il leader azzurro - dove non c'è una democrazia. Siamo in un paese che ha tre governi non eletti dal popolo e che vede un rischio forte all'orizzonte: quello di due riforme che se non saranno cambiate potranno portare ancora più a una non democrazia, potranno portare a un regime». Secondo Berlusconi, infatti, va valutato «il combinato disposto di una legge costituzionale che praticamente abolisce il Senato e dà la legislazione soltanto a una camera, e dall'altra il fatto che i voti vanno a un solo partito e questo partito con il secondo turno, anche con il 40 per cento dei voti può ottenere la guida unica del Paese».