19 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Da Forza Italia l'attacco alla politica del premier

Brunetta: La soluzione? Ripristinare la democrazia

«Renzi è post-antiberlusconista, come D'Alema è stato ed è post-comunista. Persegue lo stesso incatenamento della democrazia al suo carriaggio, la trascina dove vuole lui», con una legge elettorale che porta dritti alla constatazione di Forza Italia dello scorso 4 agosto: «L'Italia è a grave rischio di regime»

ROMA (askanews) - «Siamo schiacciati da drammi epocali: invasione di migranti; guerra terroristica islamica; disoccupazione soprattutto giovanile, figlia della grande crisi perdurante dal 2008; collasso dell'Europa con esito di tendenziale dittatura tedesca. Che fare? Finché c'è questo governo e questa Italia senza democrazia, c'è un tappo che impedisce di dispiegare le energie positive del nostro Paese. E questa situazione si protrae da troppo tempo». Lo dichiara in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

La battaglia delle battaglie
«Noi crediamo - aggiunge - che il metodo per affrontare quegli enormi quattro problemi, ingigantiti se non prodotti dall'assenza di democrazia, sia di ripristinare la democrazia. Non ci stancheremo di fornire proposte e indirizzi contro l'invasione (per un umanitarismo efficiente e severo), guerra al terrorismo islamico, disoccupazione, euroburocratismo tedesco, ma oggi la battaglia delle battaglie da cui dipende l'esito delle altre quattro è sulla democrazia».

L'Italia è a grave rischio di regime
«Renzi - insiste Brunetta - è post-antiberlusconista, come D'Alema è stato ed è post-comunista. Persegue lo stesso incatenamento della democrazia al suo carriaggio, la trascina dove vuole lui, attraverso una legge elettorale che, in combinato disposto con una riforma pessima del bicameralismo perfetto, determina il giudizio perentorio del Consiglio Nazionale di Forza Italia del 4 agosto: 'L'Italia è a grave rischio di regime'. La nostra proposta da cui non è possibile derogare è questa: 'Noi proponiamo la revisione della riforma del bicameralismo paritario con l'elettività dei Senatori e, per quanto riguarda la Legge elettorale, l'attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista'. Punto e a capo», conclude.