18 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Fallisce il pressing italiano su Bruxelles

L’accordo UE sui migranti c’è, ma è fasullo

Intanto sono arrivati in gran fretta i funzionari mandati dall’Europa a chiudere, con l’obbligo di identificazione, l’unica valvola di sfogo per alleggerire il numero degli stranieri. Ora i nostri vicino si sono assicurati che resteranno certamente da noi.

ROMA - L’intesa raggiunta dai 28 a Bruxelles per l’Italia è una sconfitta su tutta linea.
Ne usciamo con le ossa rotte sul piano dei numeri: saranno infatti intorno ai 35mila i ricollocamenti dei migranti bisognosi di protezione internazionale e non i 40mila previsti dal piano della Commissione. In totale, tra reinsediamenti e ricollocamenti, si dovrebbe arrivare un po’sotto i 55mila. La disponibilità maggiore di alcuni paesi sui reinsediamenti, circa 4mila in più rispetto ai 20mila previsti, è stata, spiegano altre fonti diplomatiche, 'riorientata' sui ricollocamenti che erano fermi ai 30mila.

UNA BUFALA TARGATA BRUXELLES - Ma i numeri e l’armamentario del linguaggio burocratico che li accompagna (teoricamente per spiegare, ma nei fatti per intorbidire le acque) dice ancora poco della bufala che c’è sotto.
Intanto è lo stesso comunicato rilasciato dopo la riunione ad avvertire che tutta la faccenda dovrà essere rivista fra sei mesi: in pratica ammettendo che le pur deludenti conclusioni, alle quali l’Europa è giunta per sollevare l’Italia e la Grecia dall’ onere a cui sono sottoposte, vanno prese con le molle perché sono tutte da verificare.
Ma non basta. E’ infatti ormai evidente che sulla effettiva realizzazione del piano non è il caso di scommettere nemmeno un euro.
Le regole imposte sono troppo rigide e sono troppo complicati i meccanismi per il trasferimento degli stranieri perché si possa verificare quella pur misera redistribuzioni dei migranti fra vari paesi europei.

CONTROLLORI E PROMESSE MANCATE - L’unica iniziativa in cui l’Europa ha dimostrato tutta la solerzia di cui è capace si è esercitata nell’inviare i funzionari di Bruxelles che hanno  il compito di vigilare sul programma di fotosegnalazione dei migranti, proprio come era stato imposto dalla Ue in cambio di un possibile alleggerimento a favore di Italia e Grecia.

OBBLIGO DI RESTARE IN ITALIA - Quello che si sta verificando segue invece un indirizzo del tutto contrario: da una parte il Viminale sarà costretto a reperire nuove strutture fra caserme e stabili dove ospitare i richiedenti asilo, tenendo conto che sono già 85 mila le persone presenti e molte altre certamente ne arriveranno; dall’altra i funzionari della Ue impediranno che l’Italia continui a chiudere un occhio sulla identificazione: una «disattenzione» che finora aveva  consentito a molti migranti di filarsela alla chetichella in altri paesi.
Insomma la Ue è riuscita a chiudere l’unica valvola di sfogo di cui potevamo avvalerci per alleggerirci di una parte del peso che il paese sta sopportando.

CHI SCAMBIA IL PRESSING PER LA MELINA - In conclusione per noi italiani peggio di così la riunione dei 28 ministri dell’Interno europei non poteva finire. In barba a chi alla vigilia aveva strombazzato un pressing del nostro governo che all’ atto pratico si è dimostrato meno efficace della più inconcludente delle meline.
Intanto inesorabili continuano gli sbarchi.  Al porto di Augusta è arrivata la nave Sirio della Marina Militare con a bordo 640 persone, salvate nei giorni scorsi nel canale di Sicilia. Almeno 10 operazioni di salvataggio sono in corso per un totale di circa 1200 persone tratte in salvo in queste ore, che arriveranno nei porti italiani nelle prossime ore.