29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Assemblea nazionale di SEL

Vendola, cosa c'è a sinistra del PD

Un nuovo soggetto politico che racchiuda sotto un unico simbolo e nome varie esperienze della sinistra in Italia e capace di guardare anche alla minoranza dem e a ciò che sta accadendo nel mondo sociale e sindacale.

ROMA (askanews) - Mai più improvvisati cartelli elettorali o accrocchi di ceti politici per sopravvivere alle elezioni: la sinistra deve superare i vecchi rancori e far nascere un nuovo soggetto politico che si presenti alle prossime elezioni politiche con un nuovo simbolo e un nuovo nome. E' il progetto che Nichi Vendola ha spiegato dal palco dell'assemblea nazionale di Sinistra ecologia e libertà in corso a Roma.

Serve una nuova stagione referendaria
«Sel - ha detto - non torna indietro, ma va avanti, non si scioglie ma muta, si mette in gioco e cerca di contribuire alla riscossa della gente che soffre nel nostro paese e in Europa. E' una sfida che ci può restituire felicità». Lo slancio arriva, ovviamente, dalla Grecia, dalla vittoria del no al referendum sul piano Ue di rientro dal debito, proposto da Alexis Tsipras: «Su cosa va in crisi l'Europa? Sulla sensazione sgradevole per il cittadino europeo di non contare nulla. Non possiamo reagire con indignazione al progressivo ammutolimento del popolo, alla sua riduzione a soggetto da sondare, a soggetto per il televoto e non praticare un'orizzontalità democratica in un nuovo soggetto». Quindi «subito con i nostri compagni, depositando i risentimenti del passato, definitivamente congedandoci dall'epoca della sinistra del rancore dove non voglio più stare, abbiamo bisogno di confrontarci per far nascere una nuova stagione referendaria con soggetti sociali e di movimento sulla scuola, sul lavoro, sulla difesa dell'ambiente».
«Noi oggi - ha insistito Vendola - abbiamo la necessità non di scioglierci, non di dissipare il nostro patrimonio di storie, cultura, esperienze e anche errori ma abbiamo bisogno di investirlo, di usarlo come capitale sociale da investire nell'obiettivo fondamentale alla base della nostra sfida: rimettere la politica nelle mani di un protagonista diffuso, far vivere la politica come organizzazione consapevole di pezzi di società e comunità. Vogliamo che la politica contro la realtà ignobile torni a essere nobile».

Abbiamo il dovere di fare presto
Ad ascoltarlo oggi ci sono l'ex Pd Stefano Fassina, il segretario del Prc, Paolo Ferrero, l'ex senatore M5S Francesco Campanella, e Vendola si rivolge proprio «ai compagni collocati alla nostra sinistra, a quelli usciti dal Pd, a chi è in una condizione di turbamento permanente o di smarrimento: oggi abbiamo la necessità di mettere al centro una ricerca unitaria, con una tempistica attenta. Sono stati fatti molti errori, qualcuno non si può più replicare: non possiamo più presentarci neppure alle amministrative con un improvvisato cartello eldettorale» perché «la sensazione è sempre quella dell'accrocchio di ceti politici per la sopravvivenza elettorale. Questo non lo possiamo più fare. E abbiamo anche il dovere di fare presto».

Costruiremo una piattaforma digitale
«Costruiremo una cosa che non abbia natura pattizia», ha spiegato Vendola, annunciando «la costruzione di una piattaforma digitale, la nascita di una web tv e a ottobre un grande evento nazionale e di popolo con tutti coloro che pensano che questo sia un progetto necessario che almeno alle prossime elezioni politiche ci possa portare con un nuovo simbolo, con un nome nuovo a fare un'impresa per cui la sinistra può tornare a essere utile per la società». Sul finire del suo intervento Vendola ha anche annunciato l'apertura del coordinamento di Sel a «tre compagni: Peppe De Cristoforo, Maria Pia Pizzolante e Simone Oggionni», mentre «Roberto Iovino coordinerà il gruppo di lavoro per costruire la piattaforma digitale».
«Ditelo nei territori - è stato l'appello finale di Vendola - a tutti i compagni e le compagne: questo è un momento magico perché normalmente dobbiamo reagire a delle sconfitte e il nostro tema è rialzarci in piedi. Stavolta abbiamo la percezione che è tornata credibile la contesa, che c'è spazio per riempire quella contesa di progetti e cultura politica e non di urla e bestemmie».