9 maggio 2024
Aggiornato 08:30
M5s contro il premier e gestione nodo immigrazione

«B di buffone»

La Francia chiude le frontiere e le stazioni di confine finiscono nel caos. Il leader M5s tuona contro l'Europa e chiede che l'Italia sospenda il trattato di Schengen. Luigi Di Maio inveisce contro il premier: «Si faccia rispettare da Hollande»

ROMA - Sul piano B di Matteo Renzi, il Movimento 5 Stelle ha molto da ridire. Le parole del premier non convincono affatto i grillini e per il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio «l'unica B che si addice a Matteo Renzi è quella di buffone». Ancora un attacco al premier e ancora un dito puntato contro la 'malagestione' del nodo immigrazione. Come commenta Di Maio, il premier crede di affrontare qualsiasi problema «con slogan di tipo mediatico», ma – continua il grillino - «il problema dell'immigrazione è serio». È necessario, in questo delicato frangente, «andare in Unione europea» affinché quei Paesi «che si sentono nello spirito comunitario» scelgano «di cambiare il regolamento di Dublino». Torna a scagliarsi contro quelle forze politiche che nel 2008 firmarono il regolamento di Dublino, il Movimento 5 Stelle: «Un regolamento firmato da Forza Italia, Lega e mai cambiato dal Pd» secondo il quale spetterebbe all'Italia «sobbarcarsi tutta la gestione dei flussi migratori».

Grillo: Sospendere Schengen
Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, nelle ultime ore ha avanzato la proposta di sospendere il trattato si Schengen sulla libera circolazione, soluzione questa che – alla luce di quanto sta accadendo in Francia, Austria e Germania – sembrerebbe a tutto svantaggio del nostro Paese. Di Maio risponde che «se dobbiamo, come Italia, sobbarcarci questo fenomeno, allora noi la smettiamo di sentirci nell'Unione europea». È dura la risposta del M5s alla sordità dell'Ue rispetto alle richieste di aiuto reclamate in più occasioni dall'Italia: l'Italia dovrebbe smetterla di «applicare i trattati solo quando fa comodo a qualcuno».

Ragioniamo come Paese unico
È concreta la soluzione avanzata dal Movimento 5 Stelle: secondo il deputato Di Maio, infatti, una volta sospeso Schengen, «i soldi che noi mandiamo all'Unione europea ogni anno, circa 8-9 miliardi di euro, potrebbero essere utilizzati per gestire l'emergenza». A quel punto, i profughi che sbarcano sulle nostre coste, «se non hanno diritto, vengono rimpatriati», mentre coloro chi rientrerà nei parametri richiesti, riceverà l'assistenza fornita dai fondi sottratti all'Unione europea. Sospeso Shengen – continua il vicepresidente della Camera – «cominciamo a ragionare come Paese unico». Un primo passo, questo, per uscire dall'Ue? «Nella diplomazia internazionale, la prima cosa sono gli atti simbolici, che servono a guadagnare anche peso contrattuale», spiega ancora Di Maio.

Atteggiamento della Francia intollerabile
È intollerabile, a detta del vicepresidente Di Maio, che la Francia arbitrariamente scelga di chiudere le frontiere lasciando «tutti questi disperati» in Italia. Il nostro Paese ha nove milioni di italiani sotto la soglia della povertà e non è accettabile, dunque, che l'Europa faccia orecchie da mercanti di fronte all'emergenza in corso: «Non possiamo essere Europa solo quando dobbiamo mandargli i soldi», spiega Di Maio. L'Italia, secondo il grillino, sarebbe paragonabile ad una pentola a pressione pronta a scoppiare. È necessario e improrogabile che il nostro governo usi il pugno duro con una Francia cieca rispetto alle problematiche dei flussi migratori: «Dov'è il presidente del Consiglio italiano? Quello che si vanta dell'amicizia con Hollande?», chiede ancora Di Maio, che aggiunge: «Si faccia rispettare».