19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Il premier sulla Buona Scuola

Renzi: discutiamo sulle cose concrete, ma basta slogan ideologici

«La scuola non è una questione su cui si possono fare battaglie politiche, è il luogo dove o si cambia il Paese o si resta costretti nella palude e nel chiacchiericcio. Discutiamone, parliamone, ma facciamolo sulle cose concrete, non sugli slogan ideologici». Matteo Renzi conclude così il video in cui spiega la riforma della 'Buona Scuola'.

ROMA (askanews) - «La scuola non è una questione su cui si possono fare battaglie politiche, è il luogo dove o si cambia il Paese o si resta costretti nella palude e nel chiacchiericcio. Discutiamone, parliamone, ma facciamolo sulle cose concrete, non sugli slogan ideologici». Matteo Renzi conclude così il video in cui spiega la riforma della 'Buona Scuola'.

La riforma parla di alternanza scuola-lavoro
Renzi, armato di gessetti e con la classica lavagna alle sue spalle, spiega punto per punto il ddl: «Potrà piacere o non piacere, ma la riforma parla di alternanza scuola-lavoro, con il 44% disoccupazione giovanile; cultura umanistica; più soldi agli insegnanti; l'autonomia come principio fondamentale; infine la continuità con l'assunzione dei precari». E invece «cosa non c'è nella riforma? Non si parla delle vacanze degli studenti; non ci sono presidi-Rambo; non è vero che il preside assume l'amico dell'amico o che ci sono licenziamenti dopo 36 mesi: sono assolute falsità». Al contrario «cosa c'è invece? Gli asili nido; il diritto allo studio per cancellare le disuguaglianze in partenza; la scuola digitale; quattro miliardi per l'edilizia scolastica».

Con centralità a scuola l'Italia torna a crescere
Dunque, è l'appello del premier, «possiamo discutere serenamente di questo? Non può essere la riforma del prendere o lasciare, perché la riforma appartiene a tutta la comunità: ma se ridiamo centralità alla scuola forse l'Italia torna a crescere. Non mi accontento del pil allo 0,3%, io voglio per la scuola il ruolo che merita, la centralità nel futuro». 

Il disappunto sull'idea di boicottaggio
«Quando si chiede ai ragazzi di boicottare le prove Invalsi e si minaccia il blocco degli scrutini non si sta facendo un servizio alla scuola e non si sta facendo un servizio a quei ragazzi». Nel video sulla riforma della scuola che Matteo Renzi ha pubblicato sul sito di palazzo Chigi, il premier critica duramente le iniziative di protesta adottate dai sindacati degli insegnati, addebitando «parte della responsabilità» della perdita di autorevolezza degli insegnanti appunto al «fatto oggettivo» della tipologia di proteste. «Io sono contento del fatto che finalmente la scuola sia al centro della discussione. Certo - ha aggiunto il premier - non apprezzo alcuni toni o polemiche, il boicottagio di chi non vuole far partecipare i ragazzi all'Invalsi... Ma il fatto che la scuola sia al centro della discussione è positivo».