Grasso: «Il futuro dell'Italia è saldamente in Europa e nel Mediterraneo»
«Il nostro europeismo è tanto saldo quanto la nostra volontà di cambiare l'Unione Europea: negli approcci di politica economica, che devono perseguire con vigore crescita, occupazione, innovazione; nei meccanismi di legittimazione democratica; e nella capacità di agire nel mondo secondo il peso economico, politico e morale che a noi spetta». Così il presidente del Senato.
ROMA (askanews) - «Il futuro dell'Italia è saldamente e inevitabilmente in Europa e nel Mediterraneo. Il nostro europeismo è tanto saldo quanto la nostra volontà di cambiare l'Unione Europea: negli approcci di politica economica, che devono perseguire con vigore crescita, occupazione, innovazione; nei meccanismi di legittimazione democratica; e nella capacità di agire nel mondo secondo il peso economico, politico e morale che a noi spetta. Quanto al Mediterraneo, è tempo di programmare ed attuare una nuova e più determinata politica nazionale, che consideri insieme le vulnerabilità e le opportunità che provengono da questa vasta area». E' quanto ha dichiarato il presidente del Senato, Pietro Grasso intervenendo a Palazzo Giustiniani al seminario Moro, l'Europa, il Mediterraneo.
Serve nuova strategia politica e economica
Serve dunque «una strategia politica, di sicurezza ed economica, ed una serie di investimenti infrastrutturali necessari a valorizzare la posizione geografica del nostro Paese, che del Mare nostro è cuore e anima» ha proseguito la seconda carica dello Stato, ricordando alcuni "dati significativi", come il fatto che il Mediterraneo sia attraversato dal 19% dei traffici di merci a livello globale; che le economie dei Paesi della sponda sud, nonostante l'impatto delle crisi politico-economiche siano in costante crescita, così come il livello degli scambi economici fra il nostro Paese e l'area Mediterranea, che hanno raggiunto i 54 miliardi di euro. «Personalmente sono convinto che sia necessario ribaltare le prospettive pessimistiche troppo spesso rimandate dai media e acriticamente interpretate da una parte della politica», ha proseguito Grasso, che riallacciandosi alla figura di Aldo Moro ha richiamato alcuni tratti del suo pensiero, sottolineandone «l'attualità straordinaria, direi quasi chiaroveggente».
Moro guardò con modernità all'Europa
«Anche grazie al suo intelligente e fiero meridionalismo, guardò con modernità insuperata alla proiezione del Paese verso il Mediterraneo, pur restando saldamente ancorato ad un'idea di Europa di cui non avrebbe visto molti degli sviluppi che aveva preconizzato - ha rimarcato Grasso -. Amava ripetere che «nessuno è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa o nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo». Un'Europa che vedeva come una «comunità allargata», un'unione aperta alla collaborazione internazionale, un baluardo di solidarietà e dialogo contro l'indifferenza, dalla doppia vocazione complementare: mediterranea ed atlantica». Per il presidente del Senato si tratta di «una doppia lezione che fa molto riflettere nel momento che viviamo oggi».
Criticità siano opportunità
«Le criticità che oggi viviamo devono essere colte come altrettante opportunità per lavorare sulle fragilità e sulle vulnerabilità; per rafforzare gli strumenti, i processi, i valori e le potenzialità che nel Paese non mancano» ha ripreso dunque Grasso. Si tratta di un «processo che deve riguardare tutte le articolazioni dello Stato, e richiede in primo luogo una politica capace di definire e perseguire anziché i propri gli interessi dei cittadini e del Paese nel mondo". "Il più grande lascito della visione internazionale di Moro - ha quindi concluso il presidente del Senato - è la sua capacità, che in Italia troppo spesso difetta alle istituzioni e alla politica, di guardare oltre la singola crisi, di pensare strategicamente, di considerare il medio e il lungo periodo come normale dimensione temporale della politica estera».