31 luglio 2025
Aggiornato 07:00
Il Governo alle prese con il DEF

DEF: dal 2016 via alla «local tax» e tagli per 10 miliardi

La stima di crescita per il 2015 sarà fissata allo 0,7%. Il rapporto deficit-Pil dovrebbe attestarsi al 2,6%. Sul piano dei tagli alla spesa verrebbero contabilizzati risparmi aggiuntivi per 10 miliardi di euro. Mentre ci si prepara a mettere di nuovo mano alle tasse sulla casa con l'obiettivo di far partire dal 2016 la «local tax» comunale (che assorbirebbe Imu, Tasi e altre imposte locali).

ROMA (askanews) - Il governo è alle prese con il Def che sarà sul tavolo del consiglio dei ministri martedì prossimo. Il via libera è atteso tre giorni dopo, venerdì 10 aprile. Nel documento, da quanto si apprende, si esprimerà l'idea che per l'Italia il peggio è passato anche se resta d'obbligo la prudenza. La stima di crescita per il 2015, secondo quanto annunciato dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, qualche giorno fa, sarà fissata allo 0,7%. Il rapporto deficit-Pil dovrebbe attestarsi al 2,6%. Sul piano dei tagli alla spesa verrebbero contabilizzati risparmi aggiuntivi per 10 miliardi di euro. Mentre ci si prepara a mettere di nuovo mano alle tasse sulla casa con l'obiettivo di far partire dal 2016 la «local tax» comunale (che assorbirebbe Imu, Tasi e altre imposte locali).
Come riferito in audizione dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, l'intenzione è quella di essere «il più espansivi possibili» a «sostegno dell'occupazione e degli investimenti a livello locale».
Una sfida che l'esecutivo ha sempre detto di voler vincere è quella di voler trovare le risorse per disinnescare la mina delle clausole di salvaguardia, a cominciare dall'aumento dell'Iva e delle accise.

10 miliardi dalla spending review
Il governo punta a sfruttare la flessibilità europea connessa al percorso di attuazione delle riforme. E conta anche di avvantaggiarsi dei minori interessi dovuti al taglio dello spread, come dell'euro debole e del calo dei prezzi del petrolio, oltre all'effetto del Qe.
Sul piatto, ci sarebbero dunque per il prossimo anno 10 miliardi da ricavare con un ulteriore pezzo di spending review. Nel pacchetto anche l'avvio del processo di revisione delle agevolazioni fiscali, non solo per i cittadini ma anche per le imprese; e il piano sulle partecipate su cui ancora si sta discutendo quale sarà il punto di caduta (rispetto a quanto aveva 'suggerito' l'ex commissario alla Spending Carlo Cottarelli che aveva previsto la mano pesante con la riduzione da 8mila a mille in tre anni).
Dopo l'ok del consiglio dei ministri, il documento verrà immediatamente trasmesso al Parlamento per il voto sulla risoluzione ed entro il 30 aprile dovrà essere trasmesso a Bruxelles.

Librandi (Sc): blocco aumenti Iva solo con tagli di spesa
«Il mix di misure che, stando al Def, il governo individuerà per finanziare la correzione di 10 miliardi di euro nei conti pubblici per il 2016 rappresenta uno snodo cruciale. Le tasse dopo tanti anni stanno finalmente diminuendo. Ma ció che è assolutamente necessario scongiurare sono gli aumenti dell'Iva e, soprattutto, scaricare su altre imposte il blocco dell'aumento». Lo ha affermato in una nota il deputato di Scelta civica Gianfranco Librandi, membro della commissione Bilancio di Montecitorio.
«Per evitare gli aumenti dell'Iva - ha aggiunto - , bisogna intervenire sulla spesa, dove ci sono ancora ampi margini di intervento nonostante gli importanti tagli effettuati dagli ultimi tre governi. Una riduzione della spesa che vada a colpire gli sprechi. Su questo metto a disposizione di Renzi la mia esperienza di imprenditore per individuare i settori di intervento, senza andare a intaccare il clima di fiducia dei cittadini verso questo governo».