Cappelletti: Renzi sbandiera il ddl Grasso, ma quel che resta è il minimo sindacale
Questa settimana l'Aula del Senato ha dato il via all'esame del disegno di legge anticorruzione Grasso. Respinte da tutti i gruppi le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia al ddl. Per il senatore del Movimento 5 Stelle, il ddl ha impiegato due anni per arrivare in Aula perché «è stato demolito dell'80%».
ROMA - «È una legge per contrastare la corruzione che è stata sbandierata come la soluzione a tutti i problemi, quando invece è il minimo sindacale, un panicello caldo». Enrico Cappelletti, senatore del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Giustizia al Senato, in un'intervista rilasciata al DiariodelWeb.it, spiega gli ultimi sviluppi relativi al disegno di legge contro la corruzione e sostiene che il governo si sia arenato a causa di un gioco di forze che ha portato al testo ora in esame al Senato, risultato di uno smembramento del ddl Grasso.
IL TENTATIVO DI FORZA ITALIA - Gli ultimi sviluppi hanno visto l'aula respingere le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia al ddl anticorruzione. Il senatore a cinque stelle commenta il fatto: «Non ci ha sorpreso, peraltro era già stata annunciata in commissione. È stato un tentativo di prendere altri quindici giorni per cercare, in qualche maniera, di ottenere ancora qualcosa dal punto di vista dei compromessi al ribasso», spiega il senatore, che continua: «Però tutti i gruppi hanno risposto all'unisono votando in maniera contraria la proposta di pregiudiziale. Non posso credere che si sia trattato di un errore: il riferimento della pregiudiziale fondava su vari aspetti, ma uno in particolare, che è quello di un riferimento citato in una norma contenuta in un emendamento del governo. Difficile credere che sia stato un errore del governo», spiega il senatore pentastellato, «non è affatto escluso che sia un po' un gioco delle parti: governo o alcuni suoi rappresentanti e Forza Italia, proprio con lo scopo, se possibile, di sabotare fino all'ultimo minuto questo parto travagliato che è la legge anticorruzione. Che è una legge anticorruzione che è già stata demolita per il suo 80%: basta prendere in mano il disegno di legge Grasso e confrontare con il testo base che è in discussione e al Senato e ci si rende conto che manca quasi tutto. Questo non è un caso, anzi è il motivo per cui arriva in aula dopo 750 giorni dal deposito del disegno di legge in Senato».
DA DON CIOTTI AL PAPA: SERVE UNA LEGGE SUBITO - Sabato 21 marzo don Luigi Ciotti ha urlato dalla Piazza di Bologna – in cui si ripeteva l'annuale manifestazione di Libera in ricordo delle vittime innocenti delle mafie – che serve una legge chiara e radicale contro la corruzione e chi non vuole una legge anticorruzione seria fa un favore alla mafia: «Don Ciotti è molto autorevole e lo ascolto con l'attenzione che merita. Più autorevole di lui è intervenuto il Papa, che qualche giorno fa ha richiamato questo problema. Io ero presente alla messa organizzata, l'anno scorso, per i parlamentari e ho saputi adesso che fra gli altri c'erano anche i due soggetti al centro della attenzione della magistratura, in galera entrambi. Anche in quella occasione il Papa centrò tutto il suo messaggio proprio sulla necessità di una svolta e di una lotta alla corruzione. Purtroppo di strada da fare ce n'è ancora tanta».
TEMPO PERSO, MA ORA CHIARI GLI INTERESSI IN GIOCO - Come spiega ancora il senatore, nei partiti di maggioranza, si guarda a «posizioni che sono antitetiche rispetto a una legge seria ed efficace per contrastare i fenomeni corruttivi nel nostro Paese. In Commissione il dibattito su questo pacchetto di norme ci ha bloccato per molto tempo, ma questo ci ha anche fornito una chiara visione degli interessi che sono in gioco. Alcuni gruppi sostengono che sia negativo alzare le pene perché non sia utile; non è utile mettere le mani nelle tasche dei corrotti perché in quel modo non andrebbero più a confessare il reato; non è utile togliere al corrotto di contrarre con la pubblica amministrazione perché è una pena troppo severa; non è utile mettere in conflitto di interessi corrotto e corruttore, perché in questo modo avremo una fila di persone che dichiarerà di essere concusso per evitare il carcere: insomma, qualsiasi cosa per contrastare il fenomeno della corruzione nel nostro Paese trova la porta sbarrata. Purtroppo gli italiani non lo sanno, ma questa è la situazione», continua il senatore del Movimento 5 Stelle.
SI POTEVA FARE DI MEGLIO - Per il senatore Cappelletti ad aver mostrato, negli ultimi due anni, una forte opposizione all'avanzamento dell'iter parlamentare della legge è stata soprattutto Forza Italia, protagonista fino a ieri di un tentativo di 'compromesso'. «Parlo in modo particolare di Forza Italia ma l'influenza di Forza Italia in maggioranza è netta e l'abbiamo visto anche con la legge approvata martedì alla Camera dei deputati sulla prescrizione, che è un compromesso al ribasso». Ma, come continua il senatore, le stranezze non mancano anche in casa Pd: i senatori del Partito democratico hanno infatti presentato alcuni emendamenti efficienti nel contrasto al fenomeno corruttivo, ma subito ritirati: «Si poteva fare sicuramente di più e meglio, perché i numeri ci sono. Se si va a vedere il fascicolo degli emendamenti presentati al testo di legge sulla corruzione che è adesso in Senato, ci sono addirittura due emendamenti del Partito che propongono una riforma della prescrizione veramente efficacie. Cioè il Partito democratico propone – che è quello che proponiamo anche noi – la sospensione all'interno della prescrizione su tutti i procedimenti per rinvio a giudizio e un secondo emendamento dalla sentenza di primo grado. Questi sono emendamenti ipocriti: loro li presentano, sono lì, sono atti pubblici, per poi ritirarli e non metterli al voto. Se, però, venissero posti al voto, avrebbero la maggioranza del Parlamento e sicuramente anche del Paese. Noi li voteremmo senz'altro. C'è un gioco delle parti, un braccio di ferro all'interno della maggioranza, tutto a spese, a scapito dei cittadini che vedranno questa legge solo il primo di aprile. È una legge per contrastare la corruzione che è stata sbandierata come la soluzione a tutti i problemi, quando invece è il minimo sindacale, un panicello caldo».
LE PROPOSTE M5S - Cappelletti sostiene che vi sono dei passaggi positivi, nella legge, come quello dell'aumento delle pene, ma «è poco: ci vorrebbe una terapia d'urto». Una sola possibilità per i corrotti e corruttori della pubblica amministrazione: «Noi abbiamo proposto il Daspo. Freghi la pubblica amministrazione una volta sola, poi la seconda volta sei interdetto dal contrarre con la pubblica amministrazione. Noi abbiamo proposto l'agente infiltrato, cioè mettere a disposizione dell'attività inquirente la possibilità di utilizzare ufficiali della polizia giudiziaria per raccogliere sotto mentite spoglie prove nell'ambito di procedimenti attenzionati dall'autorità che sta investigando. Abbiamo proposto un intervento radicale sulla prescrizione che consenta finalmente di fare i processi. Abbiamo proposto di mettere in competizione concusso e concussore, cioè depenalizzando, da un punto di vista penale che fa capo oggi al concusso – per cui nessuno oggi va a confessare un reato di questo tipo sapendo di essere condannato ad una sanzione penale. Insomma abbiamo fatto delle proposte che sono forti, semplici e di facile comprensione. Non dico che siano risolutive, ma efficaci. Invece dobbiamo accontentarci di quello che viene fuori», conclude il senatore Cappelletti.
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