Scuola: buona per Renzi, pessima per gli studenti
Giornata all'insegna delle proteste contro la riforma dell'istruzione del Governo. Da Milano a Roma, gli studenti hanno contestato l'idea di una scuola che hanno definito «di classe», ma anche l'austerity contro la Grecia. Intanto, si parla di un ridimensionamento del «pacchetto paritarie», e di un abbassamento a un terzo delle assunzioni promesse entro settembre.
ROMA - E' stata una giornata all'insegna delle proteste, da Nord a Sud della penisola. Il motivo, quella scuola che Renzi assicura diventerà presto «buona», ma che gli studenti sono certi sarà tutt'altro. «Le indiscrezioni emerse negli ultimi giorni confermano la giustezza degli ultimi mesi di agitazione contro la proposta del Governo sulla scuola: noi non faremo passi indietro!» ha dichiarato solennemente Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. «Nonostante le mobilitazioni e la scarsissima partecipazione degli studenti alla consultazione, vogliono calarci dall'alto una riforma che in buona parte risponde alle esigenze dell'impresa e dei poteri forti del Paese. A confermarlo vi sono le nuove agevolazioni previste per chi sceglie le scuole private e il bonus fiscale per gli investimenti privati nella scuola pubblica. Non è stato messo al centro chi vive la scuola pubblica ogni, in primis gli studenti».
PROTESTE DA MILANO A ROMA - E così, il varo del decreto in Consiglio dei Ministri ha portato in piazza migliaia di studenti, con anche qualche tafferuglio a Milano. La protesta è partita da piazza Cairoli, e si è accompagnata a lanci di oggetti e bottiglie e al fermo di uno studente iscritto al liceo Carducci. Non si è fatta attendere la reazione social di Matteo Salvini: «#Milano, lancio di sassi, vernice e fumogeni contro Polizia. Non chiamiamoli "studenti", quelli sono DELINQUENTI». A Roma, invece, il corteo è partito da piazza della Repubblica, guidato dallo striscione con lo slogan: «12 marzo, una generazione che non si arrende». Altro motto esplicativo della protesta: «Contro la scuola di classe». Il corteo ha attraversato via Cavour, via dei Fori Imperiali per arrivare a pazza Santi Apostoli, a pochi metri di distanza dalla sede della Commissione europea. In effetti, la manifestazione - hanno affermato gli studenti -, si è indirizzata anche contro l'austerity dell'Unione europea, che - hanno dichiarato - ha letteralmente sfiancato il popolo greco. Non solo scuola: i manifestanti, insomma, si sono presentati come generazione alla riscossa a 360 gradi.
SCATTI DI ANZIANITÀ RIPRISTINATI - Intanto, dalle Aule parlamentari si diffondono le voci sulle molteplici novità last minute della riforma. Innanzitutto, un «indietro tutta» sugli scatti di stipendio degli insegnanti, che resteranno legati all'anzianità (ci sono i soldi per farlo). Il merito verrà comunque premiato, con «risorse fresche», per ora di dubbia natura. La possibilità di questa inaspettata retromarcia è stata confermata da fonti di governo, a poche ore dall'approdo del ddl sulla scuola stamani in consiglio dei ministri per il via libera definitivo. Nel Consiglio dei ministri si sarebbe inoltre confermata la strada del disegno di legge anche per le assunzioni dei docenti delle Graduatorie a esaurimento e dei vincitori di concorso. Relativamente alle stabilizzazioni, gli assunti saranno infatti composti dai docenti delle Gae, ma non quelli delle graduatorie di istituto, e dai vincitori di concorso, e non gli idonei. Tre i punti particolarmente importanti della riforma: mai più «classi pollaio», scuole aperte anche il pomeriggio, e la «Carta del Prof» per rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente. Quest'ultima prevede per il primo anno 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, audiovideo telematici).
FONDO PARITARIE RIDIMENSIONATO, ASSUNZIONI IN GRAN PARTE RIMANDATE - Tra le novità delle novità, però, anche la riduzione del 30% del numero di precari che Renzi prometteva di assumere entro settembre, e l'allungamento delle tempistiche per la cifra totale: si parla per ora di un massimo di due anni. Entro la data del 1° settembre le stabilizzazioni dovrebbero rivolgersi ad una platea di circa 50mila docenti (sui 148mila promessi). Il punto più delicato del disegno - oggetto privilegiato delle proteste di oggi -, le detrazioni fiscali per gli studenti delle paritarie: si era parlato fino alla scorsa settimana di un bonus fino a 4mila euro per famiglia, con uno stanziamento complessivo di circa 400 milioni. Tuttavia, la cifra dovrebbe essere parzialmente ridimensionata, escludendo le scuole superiori e confermando la detrazione per scuole dell'infanzia e primarie. Sulle assunzioni, i pentastellati, però, non si arrendono: «Per non far saltare il piano di assunzioni dei docenti per l'anno scolastico 2015-2016 bisogna prevedere due distinti provvedimenti normativi, da far viaggiare con tempi e modalità differenti: uno per il reclutamento e uno per tutto il resto», hanno scritto in una lettera inviata oggi al premier e al ministro Giannini. Intanto, giovedì, in concomitanza con la riunione dei ministri a Palazzo Chigi, gli studenti, anche universitari, torneranno in tantissime piazze del Paese principalmente per contestare gli interventi messi a punto dall'Esecutivo e per sostenere la legge di iniziativa popolare e le proposte dell'Altrascuola. Insomma, sarà buona per l'esecutivo, ma la scuola di Renzi, almeno stando alle indiscrezioni uscite fino ad ora, agli studenti proprio non piace.
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