1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Il Comitato sta deliberando sulla possibile espulsione del sindaco di Verona

Ultime ore da leghista per Flavio Tosi?

Queste potrebbero essere le ultime ore nel Carroccio per il sindaco scaligero. Flavio Tosi è già nostalgico, e ricorda i 25 anni trascorsi tra le file della Lega. Nostalgico, ma deciso: non accetterà nessun ultimatum. E se Umberto Bossi e Roberto Maroni stanno tentando mediazioni dell'ultimo minuto, da Milano sembra che non giungerà alcun passo indietro.

MILANO - Riflettori puntati sul Carroccio. Oggi, infatti, scade l'ultimatum imposto dal Consiglio federale leghista al segretario della Liga Veneta per scegliere tra l'adesione alla sua Fondazione «Ricostruiamo il Paese» e quella al Carroccio. E se Matteo Toscani, già consigliere della Liga veneta e neo-componente del gruppo consiliare «Impegno veneto», intervistato dal DiariodelWeb aveva previsto come probabile la rottura, in effetti i segnali non fanno ben sperare in merito a una riconciliazione «last minute»:  Flavio Tosi ha rivendicato la sua «coerenza», deciso a non scendere a compromessi. «Il mio primo impegno - ha detto intervistato dal Tg di La7 - è fare il sindaco di Verona e vado avanti a farlo. Poi quello che succederà se Matteo Salvini lascerà che sia la Liga veneta, come prevede lo Statuto, a comporre le liste e decidere le alleanze, ferma restando la candidatura di Luca Zaia, e quindi se toglierà il commissariamento alla Liga veneta, è una ingerenza che la Liga veneta fa fatica a capire, perché ognuno è padrone a casa sua e in particolare in Lega. E quindi - ha aggiunto - i lombardi facciano le liste in Lombardia come hanno sempre fatto, e in Veneto saranno i veneti».

TOSI PRONTO AD ACCETTARE LA SENTENZA - Il sindaco scaligero si è detto, tuttavia, sereno in merito a quanto potrebbe accadere. Se non viene modificata l'impostazione data dal Consiglio federale, l'espulsione - ha spiegato - «scatta in automatico: avendo deciso di mantenere fede all'impegno con la Fondazione, uno decade da militante, quindi da tutte le cariche interne». E la scomunica potrebbe arrivare a momenti, visto che proprio per queste ore è prevista la riunione del comitato di disciplina e garanzia del Carroccio che ha competenza sulle espulsioni. Il momento giusto, per Tosi, per abbandonarsi a un bilancio nostalgico di un ventennio di militanza nella Lega. «È da 25 anni che sono in Lega, questa è stata la prima forza politica a cui mi sono iscritto, le ho dedicato più della metà della mia vita - puntualizza -. Questa è un’evenienza non facile e ci sono tantissimi amici, rapporti personali. È stata casa tua per 25 anni, sono uno dei più vecchi in assoluto in termini di militanza». «Quindi è una cosa che uno sente - ripete - però siccome antepongo la coerenza, la linearità, la dignità, aspetto e vedo cosa accade».

IL SINDACO GIA' NOSTALGICO - Insomma, il tono rassegnato e un po' nostalgico di Flavio Tosi non fa ben sperare. Il comitato, del resto, è l'unico organo che può assumere provvedimenti di espulsione dal Movimento di soci del rango di Flavio Tosi. «E' presieduto - si legge sullo Statuto della Lega Nord - dal Presidente Federale (Umberto Bossi) ed è costituito dal Segretario Federale (Matteo Salvini) nonché da sei membri del Consiglio Federale nominati dal Consiglio stesso tra i suoi componenti che non siano Segretari Nazionali. A questi si aggiunge il Segretario della Nazione, o il suo Vicario, a cui appartiene il soggetto dell'espulsione o della riammissione». Quindi, alla riunione potrebbe partecipare lo stesso Tosi, come «giudice» o come «imputato».

TOSCANI: ESPULSIONE VIA POCO PERSEGUIBILE - Eppure, lo stesso Matteo Toscani pensa che la via dell'espulsione sia poco perseguibile. «Non credo - afferma - in espulsioni immediate di leghisti aderenti a 'Ricostruiamo il paese' di Flavio Tosi». Per Toscani, infatti, il diktat deciso dal Consiglio federale del Carroccio, e che reca la firma anche di Roberto Calderoli, «è una sorta di forzatura nel tentativo di riavvicinare Tosi a Matteo Salvini nell’ambito delle scelte venete sulle regionali. Che non mettono in discussione la candidatura di Luca Zaia ma le eventuali alleanze e liste». Anche perché, rileva Toscani, anche sul piano tecnico sarebbe difficile «espellere i leghisti che sono nella fondazione di Tosi perché non hanno i nomi degli iscritti»

GIA' PRONTO MOVIMENTO #SIAMOCONTOSI - In quanto a Salvini, ormai sulla vicenda, dopo settimane e settimane di dichiarazioni e botta e risposta, è di poche parole: «Io non ho rotto con nessuno e sono già al lavoro sul programma di Luca Zaia per i prossimi 5 anni. Chi ci sta è benvenuto, chi non ci sta auguri».Eppure, i sostenitori di Tosi si attrezzano in vista di una possibile espulsione dalla Lega del sindaco di Verona. Per il 17 marzo all’Hotel Leon D’Oro di Verona è infatti in programma l’iniziativa #siamoconTosi, presentata da Vittorio Di Dio, consigliere comunale di Verona. Eppure, secondo i veneti, l'espulsione sarebbe immotivata, perché lo Statuto è dalla loro parte: l'articolo 30 prevede infatti che, in occasione delle elezioni amministrative, sia «ciascun Consiglio Nazionale» - ovvero regionale - a «nominare una Commissione elettorale per la preparazione delle liste dei 14 15 candidati alle elezioni amministrative. La Commissione così costituita dura in carica fino allo svolgimento delle elezioni cui fa riferimento». Del resto, se da Salvini le disponibilità a compiere passi indietro sembrano minime, spazi di contrattazione sono stati aperti, invece, da Umberto Bossi e Roberto Maroni. Ma, a quanto pare, da Verona l'ok alla pace giungerà solo se il rispetto dell'autonomia decisionale della Liga veneta sulla composizione delle liste sarà totale. Ecco perché queste, per Flavio Tosi, potrebbero di fatto essere le ultime ore trascorse tra le (prime) file del Carroccio.