28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
L'interrogazione

Cessione «accelerata» quote ENEL per 2,2 miliardi di euro. Perché?

Dorina Bianchi (Ap) ha portato all'attenzione della Camera la recente cessione di quote Enel decisa dal MEF, avvenuta mediante una procedura con cui vengono vendute ad investitori istituzionali quote societarie rilevanti, con operazioni molto celeri, svincolate dalla necessità di pubblicità e a prezzi scontati. Cosa che ha già provocato un ribasso azionario di Enel sui mercati.

ROMA - In una nota, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha annunciato la cessione di 540.116.400 azioni ordinarie, quota pari al 5,74 per cento, di Enel, avvenuta nella notte tra giorno 25 e 26 di febbraio 2015. Tale cessione è avvenuta attraverso una particolare proceduta chiamata Accelerated Bookbuild, con cui vengono vendute ad investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti, mediante operazioni molto celeri, svincolate dalla necessità di pubblicità, cosa che invece accade in occasione di offerte pubbliche iniziali. Ha portato la questione all'attenzione della Camera la deputata Dorina Bianchi (Ap).

VELOCE CESSIONE DI QUOTE AZIONARIE ENEL SENZA PUBBLICITÀ - Altra importante peculiarità dell’Accelerated Bookbuild, fa notare l'interrogante, è lo sconto previsto per gli investitori istituzionali che acquistano la quota, e che può variare tra l'1 ed il 5 per cento. «Lo sconto è il margine di guadagno degli investitori che con il tempo cederanno una parte del pacchetto ad altri investitori mentre una parte finirà sul mercato. Proprio in ragione di tale sconto, l'accoglienza dei mercati all’Accelerated Bookbuild è di norma negativa. Enel, infatti, non si configura come eccezione riportando un ribasso azionario in data 26 febbraio 2015". Insomma, tale agevolazione per i compratori ha ricadute negative per il mercato, ricadute registrate dal recente ribasso azionario di Enel. Sempre nella nota del Ministero, inoltre, viene annunciato che il corrispettivo della vendita ammonta complessivamente a circa 2,2 miliardi di euro; 

IL MEF INTENDE OTTENERE RISORSE PER LO 0,7% DEL PIL - Un pool di quattro banche, BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Mediobanca, e UniCredit Corporate & Investment Banking, ha svolto il ruolo di joint Bookrunners, cioè di intermediari atti a raccogliere e accentrare tutti gli ordini di acquisto e sottoscrizione proposti dagli investitori istituzionali in merito ai titoli oggetto di offerta. «Il Tesoro», ha spiegato poi l'interrogante, «si è impegnato con suddetti istituti a non smobilizzare ulteriori quote della società energetica per un arco temporale di almeno 180 giorni senza il consenso dei joint Bookrunners stessi e salvo esenzioni come da prassi di mercato». La Bianchi riporta in proposito l'intenzione del Ministro dell'economia e delle finanze, esplicitata durante un'interrogazione a risposta immediata in assemblea svolta il giorno 27 novembre 2014 presso il Senato, di ottenere risorse dalla cessione di quote pubbliche pari allo 0,7 per cento del PIL a partire dal 2015. Sempre in occasione dell'interrogazione di cui sopra, oltre ad Enel, viene citata l'intenzione di cedere quote azionarie di Poste Italiane, Ferrovie dello Stato ed Enav.

PERCHÈ ACCELERATED BOOKBUILD? - A fronte di ciò, la deputata di Ap chiede «quale motivazione abbia spinto il Ministero ad intraprendere l'operazione di cessione delle quote Enel adoperando lo strumento dell’Accelerated Bookbuild in considerazione dell'esistenza di altre procedure disponibili; se, non ritenga opportuno chiarire quali provvedimenti riguarderanno l'impiego dei 2,2 miliardi di euro ottenuti dalla suddetta cessione delle quote Enel».