12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
La deputata Chimienti denuncia le carenze della Buona Scuola di Renzi

Scuola: la riforma punta su musica e inglese, ma dimentica l'informatica

A una settimana dallo slittamento, oggi approda in Aula la tanto attesa e acclamata riforma della Scuola. Il presidnete del Consiglio annuncia che si procederà con un disegno di legge e non con un decreto, come annunciato, mettendo così a rischio l'assunzione dei precari prevista per settembre. Intanto, diverse le carenze nella riforma presentata: ad esempio l'insegnamento dell'informatica.

ROMA - «L'informatica è una delle materie più importanti in questo periodo storico e non è stata menzionata dal governo, per cui sicuramente si poteva fare di più e si dovrà fare di più». Così Silvia Chimienti, deputata del Movimento 5 Stelle, in un'intervista al DiariodelWeb.it, commenta la scelta operata dal governo Renzi in ambito di riforma scolastica di convogliare le risorse su materie come l'inglese e la storia dell'arte, piuttosto che sull'informatica.

M5S PER L'INFORMATICA - «Noi assolutamente crediamo che vada ampliata l'offerta formativa in tutte quelle discipline che sono state tagliate dalla Gelmini – spiega la deputata –. Quindi non solo la storia dell'arte, ma appunto anche la geografia, il latino, la filosofia, le materie umanistiche e poi anche l'informatica. Si poteva fare di più. Per noi anche questa una priorità. Si dia la possibilità agli insegnanti e agli studenti di utilizzare gli strumenti che l'innovazione tecnologica ci mette a disposizione. Siamo assolutamente per l'implementazione dell'insegnamento dell'informatica nelle scuole», continua la deputata pentastellata.

VERSO I LIBRI DIGITALI - «Anche nell'ottica di passare gradualmente all'utilizzo di libri digitali gratuiti – continua Silvia Chimienti –, sicuramente prima di tutto devono essere formati anche gli insegnanti che di solito sono lenti nel recepire le innovazioni tecnologiche. Per noi è fondamentale che vi sia uno svecchiamento della didattica per l'utilizzo delle nuove tecnologie». Anche in vista di risparmi, sia per le famiglie che per la Scuola stessa, quella della tecnologia potrebbe essere una soluzione: «Uno dei nostri emendamenti è sulla promozione di strumenti e libri e contenuti digitali che vorremmo fosse un primo passo verso la digitalizzazione del sapere che renda il sapere stesso gratuito. Non è una crociata contro i libri di testo tout court, ma vorremmo che fossero scaricabili da internet gratuitamente, senza gravare sulle famiglie centinaia di euro l'anno», conclude la deputata M5s ricordando come la questione del digitale sia un perno importante della proposta di riforma della Scuola dei 5 Stelle. 

LA BUONA SCUOLA, MA NON TROPPO - Con un ritardo di sette giorni, oggi la Riforma della Scuola arriva in Aula. La Buona Scuola di Matteo Renzi, dopo lo slittamento di martedì scorso annunciato dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, è pronta. O quasi. Diverse le modifiche rispetto alla forma annunciata: innanzitutto si procederà al disegno di legge e non più al decreto. A poche ore dalla presentazione in Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fa sapere, nella serata di ieri, di rinunciare al decreto legge, come era stato stabilito, e optare per il varo del disegno di legge.

TUTTO IN DISCUSSIONE - Ora, dunque, tutto viene rimesso in discussione. Intanto c'è da precisare che la riforma della Buona Scuola presentata dal premier Renzi non avrebbe segnato una rivoluzione copernicana per i circa otto milioni di studenti interessati, quanto piuttosto per i loro insegnanti. La legge di stabilità avrebbe stanziato un miliardo di euro per procedere all'eliminazione delle graduatorie ad esaurimento e far diventare di ruolo – quindi dando un posto fisso – tra i 120 e i 140 mila docenti. Con il decreto legge il Miur avrebbe proceduto al lavoro di assunzione di circa 120 mila insegnanti già dal primo settembre. «Mai più precari», annunciava Renzi solo nove giorni fa. Non sembra che le cose stiano andando esattamente nel senso sperato: con il decreto legge i tempi, infatti, si allungheranno.

UN MILIARDO PER LA SCUOLA - Il decreto prospettato da Renzi avrebbe visto l'impiego di quel miliardo anche per l'ambito della formazione. Prima che i piani venissero sconvolti Renzi e il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, avevano annunciato che fondi sarebbero serviti anche per il rafforzamento di materie come inglese, arte e musica; prevista anche la costituzione di laboratori, oltre ad un incremento nel settore del digitale. Un grosso punto interrogativo campeggia sulla Buona Scuola tanto acclamata dal premier, con tempi che probabilmente non verranno rispettati, docenti ancora vittime del precariato e studenti che non vedranno mai la rivoluzione negli studi che aspettano.