19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Continua il braccio di ferro fra il sindaco e Salvini

Il caso Tosi scuote la Lega

Continua la «guerra fratricida» tra Matteo Salvini e Flavio Tosi, a colpi di botta e risposta. Così, al sindaco scaligero che si dice pronto a candidarsi in Veneto se non si troverà l'accordo, Salvini risponde che mettere in discussione Zaia significa fare un regalo alla sinistra. E attacca Tosi sul suo ultimo passo falso: la sua annunciata non partecipazione alla manifestazione di sabato.

VERONA«Ci sono una serie di situazioni che si sovrappongono: prima di tutte le ingerenze milanesi rispetto alla Liga Veneta indirette e poi anche in via diretta». Queste, le parole di Flavio Tosi nell’ultimissima puntata della «guerra fratricida» che lo sta opponendo al leader Matteo Salvini. Le 'ingerenze dirette', per Tosi, riguarderebbero la proposta di modifica dello statuto della Lega che toglierebbe autonomia alla Liga Veneta. In ogni caso, per il Matteo milanese «non è il momento di litigare». Il leader del Carroccio ha rintuzzato sul Corriere della Sera il sindaco scaligero sulla sua ipotesi di candidarsi alle regionali in Veneto. «Ipotizzare di candidarsi contro Luca Zaia o di metterlo in difficoltà non mi sembra utile in questo momento», ha affermato il segretario della Lega Nord. «Se ci sono litigi da fare - ha aggiunto - li si faccia nelle sedi opportune e poi si trovi un accordo e si vada a vincere». Il passo falso che, a detta di Salvini, avrebbe compiuto il primo cittadino di Verona questa volta è in particolare la sua decisione di non partecipare alla manifestazione della Lega prevista per il 28 febbraio. «Quando Tosi dice che non sa se verrà alla manifestazione di Roma, girano le palle non a Matteo Salvini ma al segretario della Lega Nord a nome dei militanti. Non è possibile. E' una mancanza di rispetto che non posso lasciar passare, perché quando ci sono militanti che ci rimettono del loro, non è concepibile che un dirigente della Lega o un eletto dica che non sa se viene».

TOSI PRONTO A CANDIDARSI CONTRO ZAIA? - Insomma, l’assenza di Tosi a un evento tanto importante e rappresentativo per il partito è un segnale che non fa ben sperare. Soprattutto dopo che il segretario della Liga veneta ha dichiarato, in un’intervista alla Stampa, di voler prendere «le proprie decisioni liberamente», nel caso in cui con Zaia non si trovi l’accordo. E, per «proprie decisioni», il sindaco intende in particolar modo la possibilità di candidarsi in vista dell’election day del maggio 2015.  Del resto, che tra Matteo Salvini e Flavio Tosi, ultimamente, non corra buon sangue non è un mistero, e i motivi di dissenso non si riducono alla «sola» questione Regionali. Tosi, infatti, è sempre stato dubbioso sulla politica monetaria della Lega contraria all’euro, ma anche sull’alleanza con la Le Pen e sull’intransigenza con Ncd. Non da ultimo, il fatto che il sindaco veneto abbia dato il via, nella sua città, al registro delle unioni civili non ha certo favorito il dialogo con il «capo» Salvini. Tanto che il numero uno di Via Bellerio ha sottolineato: «Avere dubbi è legittimo . Se uno non è convinto nel no all'euro, se uno non è convinto dell'alleanza con Marine Le Pen, va tutto bene. Se però io avessi avuto questi dubbi non avrei triplicato i consensi della Lega».

SALVINI: IO STO CON IL GOVERNATORE - Insomma, a favore di Salvini depone l’impennata di consensi che, con la sua linea, è riuscito a imprimere al partito, tanto da poter dirigere i giochi delle alleanze nel Centrodestra in vista delle urne. In quanto alle Regionali, del resto, il numero uno di via Bellerio non ha dubbi: «Luca Zaia è un patrimonio per i veneti ma non solo per i veneti, rimettere in discussione la sua rielezione significa fare un favore alla sinistra. E' una sciocchezza». E di dubbi, nella Lega «ortodossa», non ce ne sono nemmeno in merito ad Alfano e a Ncd: «Per loro parlano i fatti: il governo Renzi-Alfano taglia al Veneto 300 milioni di euro e sono in arrivo altri 1.500 immigrati. E noi che cosa dovremmo dire all'operaio di Marghera o all'artigiano di Vicenza?». Tutt’altra, l’idea del sindaco di Verona, che invece non approva l’idea di una Lega schiacciata all’estrema destra, lepenista e fautore dell'uscita dall'euro. «Chiedete agli imprenditori del Nord - ha spiegato alla Stampa - se vogliono tornare alla lira. E non capisco perché escludere Ncd, producendo una rottura pure con Berlusconi».

TOSI ASSENTE INGIUSTIFICATO ALLA MANIFESTAZIONE DELLA LEGA - Su queste basi, dunque, la non partecipazione di Tosi alla manifestazione del 28 febbraio, giorno in cui la Lega scenderà in piazza contro il titolare del Governo, sancisce la rottura definitiva. «Forse non è chiaro che cosa stiamo facendo: qui stiamo preparando il dopo Renzi – ha tuonato in proposito il leader del Carroccio Matteo Salvini - ma c’è un dirigente che fa finta di niente. Questo non è accettabile». Il segretario federale ha aggiunto che «In tanti perderanno la domenica di riposo e si alzeranno prima dell’alba»: a maggior ragione, il comportamento di Tosi «non è bello da un dirigente pagato. Vieni. Punto. Poi discutiamo della Regione». Eppure, il collega veneto ha le idee chiare: «Per vincere è necessario raccogliere consensi al centro e a destra. Se a Renzi contrapponiamo solo un programma di destra e si pensa di andare avanti in splendida solitudine, vincerà Renzi per i prossimi vent'anni». E chissà che Tosi, nel frattempo, non stia preparando, proprio verso quel «centro» con cui, a suo avviso, la Lega dovrebbe dialogare, la sua futura defezione.