20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Bergoglio controcorrente rispetto a Cei e associazionismo

Il Papa che riceve il trans? Molti dubbi fra i cattolici

Mentre Bagnasco condanna pubblicamente la «colonizzazione ideologica» in atto negli istituti italiani con l'insegnamento delle teorie di genere, Papa Francesco, che pure si era espresso contro la diffusione di tali teorie nelle scuole, ha ricevuto nella sua residenza un transessuale spagnolo. Atto di misericordia verso tutti i fratelli, o apertura a un dibattito da sempre evitato dalla Chiesa?

ROMA – Deciso «no» del Cardinale Angelo Bagnasco all’insegnamento della cultura gender a scuola. Mentre aumentano i casi in cui istituti del nostro Paese promuovono progetti per insegnare ai ragazzi le teorie di genere, Bagnasco, ieri, ha diramato pubblicamente la sua ferma condanna alla «colonizzazione ideologica» in atto. Secondo il cardinale,  infatti, il tentativo sarebbe quello di «colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l’esplicita autorizzazione dei genitori». Parole che, però, giungono proprio nel giorno in cui si diffonde la notizia dello «strano» incontro tra Papa Francesco e il transessuale spagnolo Diego Neria Lejarraga, ex donna di 48 anni, che aveva scritto tempo fa al Papa denunciando di essere stato «emarginato» dalla Chiesa nella sua città di Plasencia, in Estremadura, dopo il cambio di sesso. Il Papa gli avrebbe quindi telefonato due volte in dicembre, per poi incontrarlo, sembra, lo scorso sabato, in gran riserbo, com’è d’uso per i suoi incontri personali. Così, dopo le dichiarazioni tanto discusse intorno al «pugno» in difesa della madre offesa, alla procreazione responsabile non «da conigli», e all'uso ideologico del concetto di «famiglia», questa sarebbe l’ennesima «mossa», per così dire, «poco prudente» del Santo Padre, che sembra non si stanchi di stupire Cristiani e non.

 AGeSC: DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI DA UNA COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA - Mossa «poco prudente», soprattutto in un momento in cui i Cattolici sono impegnati a combattere la «colonizzazione ideologica» che, per Bagnasco, starebbe dilagando nelle scuole del nostro Paese. Di questo avviso Ernesto Mainardo, membro della Segreteria Nazionale dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGeSC). «Noi condanniamo i progetti che si stanno portando avanti in molte scuole, basati sulla teoria di genere, perché innanzitutto rifiutiamo l’idea alla base secondo cui la sessualità non sarebbe determinata da fattori biologici, ma dalle scelte dell’uomo e dai suoi comportamenti», spiega. «I comportamenti sessuali possono essere diversi, ma non possono prescindere da una matrice biologica di base. Secondo noi quello del "genere" è un tema abbastanza ideologico, non c’è nulla di scientifico». Pertanto, «chiediamo che i genitori che non condividono quell’approccio non debbano subire che la teoria di genere venga insegnata ai propri figli». Una posizione moderata, dunque, visto che, ha affermato Mainardo, «noi non intendiamo muoverci contro questo tipo di teoria, ma semplicemente fare qualcosa a nostro favore, per tutelare i diritti dei nostri figli. Non vogliamo che questa posizione, che non accettiamo come vera, venga insegnata ai nostri figli. Vogliamo che vengano rispettati i genitori, a cui spetta in primis la responsabilità di educare i loro figli. Il diritto-dovere di educare i figli è dei genitori, nemmeno della scuola». Pertanto, «come si fa per l’insegnamento della religione, che è facoltativo, vorremmo che i genitori possano decidere se far partecipare o meno i loro figli a queste lezioni. Non vedo perché invece debbano essere imposte», conclude. Ma in merito all’incontro del Pontefice con il transessuale spagnolo, Mainardo non si sbilancia: «Dobbiamo distinguere tra lo spacciare certe teorie come se fossero verità e l’evidenza che le persone ci sono, esistono, con le loro caratteristiche e le loro scelte», spiega. «Le persone vanno sempre accolte nella fede: Anche nelle scuole cattoliche ci sono ragazzi con tendenze di questo genere. Certo», precisa «non crediamo ai numeri che vengono sparati nel nostro Paese; al di là di questo tutti devono essere accolti e rispettati. Noi neghiamo semplicemente che si tenti di far passare un’ideologia, cercando di modificare la visione dell’uomo dei nostri figli», conclude.

LO «STRANO INCONTRO» DI FRANCESCO - Eppure, se era bastata la frase «Chi sono io, per giudicare i gay» per far storcere il naso ai Cattolici più intransigenti e per far parlare tanti laici di un’apertura agli omosessuali da parte della Chiesa, non si faticherà a immaginare quanto quell’incontro stia facendo discutere. Se la notizia fosse confermata, sarebbe la prima volta che un Pontefice riceve a casa sua un transessuale, peraltro dopo averlo chiamato personalmente al telefono, «colpito» dalla sua drammatica storia. Nato bambina, si legge sulla testata spagnola «Hoy», Diego Neria è infatti stato credente e cattolico praticante fin da piccolo, anche se il suo rapporto con la Chiesa non era più lo stesso da tempo, almeno fino a sabato. Perché, si legge, il suo incontro con il Santo Padre avrebbe segnato chiaramente un prima ed un dopo nella sua difficile esistenza. «Mai prima avevo osato, ma con Papa Francesco sì; dopo averlo ascoltato in molti interventi, ho sentito che mi avrebbe ascoltato», ha raccontato Diego. Sentendosi rifiutato a livello sociale e dalla chiesa, Diego ha deciso di scrivere e inviare una lettera al Papa. E la risposta del Santo Padre è arrivata con una telefonata nel giorno dell'Immacolata. Dopo avere tranquillizzato Diego, il Papa gli ha detto che lo avrebbe richiamato per decidere il giorno in cui vedersi. E così, il 20 dicembre, Francesco lo ha richiamato per chiedergli se andava bene il 24 gennaio, alle 17. L'incontro in Vaticano, si legge infine, c'è stato, per di più in presenza della compagna di Diego, con cui molto presto formerà una famiglia.

IL PAPA DELLE «PRIME VOLTE» -  Insomma, se si considera lo stretto rapporto tra transessualità, teorie e studi che riguardano l’identità di genere, lo stridore tra il rivoluzionario appuntamento papale e la secca condanna di Bergoglio si fa sentire. Secca condanna che, pure, era stata qualche giorno fa condivisa ante litteram dallo stesso Francesco: «L’imposizione della ‘teoria del gender’ nelle scuole», ha infatti affermato il Pontefice, «è colonizzazione ideologica, come lo fu quella imposta ai Balilla dal fascismo e alla Gioventù hitleriana dal nazismo». Parole dure, durissime, che però non gli hanno impedito di consolare di persona Diego Neria, firmando l’ennesima «prima volta» per un Pontefice che entrerà nei libri di storia. E Francesco, ormai si è capito, è un po’ il Papa delle «prime volte» e delle scelte controcorrente. Rimane lecito chiedersi, però, se quell’incontro possa definirsi soltanto un atto di «misericordia» e «accoglienza nella fede», oppure se dietro si nasconda una moderata apertura perlomeno a un dibattito che la Chiesa ha sempre voluto evitare. E  il silenzio dietro cui, per ora, si barricano i Sacri Palazzi ci chiede di aspettare prossimi sviluppi prima di azzardare una risposta.