Morassut: «Noi denunciavamo, loro ci isolavano»
L'ex assessore di Walter Veltroni, Morassut, denuncia la negligenza del Partito democratico nell'affrontare la questione delle 'mele marce' nella coalizione.
ROMA - «Il partito democratico a Roma e nel Lazio ha bisogno di ritrovare l'anima perduta. Da troppi anni la politica è stata espulsa dalle nostre stanze, sostituita da tribù. Per troppo tempo la battaglia di chi ha segnalato e documentato distorsioni è stata sottovalutata, ignorata o perfino combattuta. L'occasione che si presenta ora per voltare pagina non deve essere perduta e occorre andare in fondo con radicalità». E' quanto afferma il deputato del Pd, Roberto Morassut, in una nota.
IL PROBLEMA E' IL TESSERAMENTO - «Il tesseramento - propone - va rivisitato totalmente e, approfittando del nuovo anno, rifatto da cima a fondo con criteri di adesione che tutelino la libertà individuale degli iscritti e dei cittadini di aderire consapevolmente e per libera scelta non indotta da gruppi organizzati. L'assemblea cittadina va sciolta perché è stata formata con liste bloccate dall'alto e con percentuali 'a corpo' tra tribù, senza base democratica. Pertanto nella nuova fase non è più possibile considerarla l'organismo dirigente supremo in grado di guidare la nuova fase».
DEMOLIRE PER RICOSTRUIRE - «Occorre poi indire, dopo il setaccio del tesseramento e lo scioglimento della assemblea - aggiunge - un congresso che abbia un carattere 'costituente', svolto per tesi politico programmatiche, che rimetta al centro la politica ed i contenuti e che elegga organismi dirigenti su base di rappresentanza territoriale e dal basso". "Solo così - osserva Morassut - si potranno cacciare via le tribù e far tornare le persone. Solo così si potrà restituire l partito il ruolo di costruttore di politiche e non di campo di confronto tra gruppi di potere. Tutti sanno bene i nostri congressi negli ultimi anni non si sono basati sulla politica. Non c'erano documenti in discussione e non si parlava di contenuti. Si votavano solo liste preconfezionate. Ricostruire tutto comporta la demolizione di tutto questo senza se e senza ma».
NON SOLO ROMA - «E - sottolinea - voglio essere chiaro. Questo stato di cose non riguarda solo Roma. In tutta Italia esiste lo stesso problema magari con scale diverse. In troppe federazioni locali la politica è scomparsa, il tesseramento non è stato regolare con congressi finiti 'tantissimo a pochissimo o a zero'. Questi fenomeni avrebbero già da tempo dovuto suggerire interventi seri perché dimostravano incontrovertibilmente la lacerazione gravissima del tessuto democratico interno. Penso che di questo si dovrà parlare senza reticenze all'Assemblea nazionale del 14 dicembre. Facciamo attenzione a non perdere questa occasione». "Per far tornare le persone e la politica - conclude Morassut - occorre cambiare le basi del tessuto associativo attuale ormai logorato. È una riforma strutturale che implica una selezione dei gruppi dirigenti che metta al primo posto la loro onestà e la loro capacità. Cominciamo da Roma. E facciamolo in modo vero. Non vorrei, domani, trovarmi a dire come oggi che certe cose erano state dette, scritte e combattute senza ascolto».
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