18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
52esima riunione plenaria della Cosac

Grasso: «L'Europa deve cambiare»

Il Presidente del Senato: «Crediamo fermamente nel grande sogno europeo. Insieme vogliamo restituire al disegno europeo un'identità condivisa. Mi pare importante che si riconosca che l'Europa ha investito davvero troppo poco e che questa è la via per uscire dalla crisi».

ROMA - L'Unione Europea «o cambia, o non è. Per questo noi, che crediamo fermamente nel grande sogno europeo, non vogliamo celebrare rituali formali ma contribuire attivamente alle scelte politiche dell'Unione e dei nostri Governi, interpretando le richieste che si levano a gran voce dai cittadini. Perseguendo più efficienza e democraticità dei processi decisionali, promuovendo davvero la crescita e il lavoro, dando forza ai diritti individuali e una voce più autorevole all'Unione Europea nel mondo». Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso intervenendo ad apertura dei lavori della 52esima riunione plenaria della Cosac, la Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei Parlamentari dell'Ue. «Insieme - ha aggiunto Grasso - vogliamo restituire al disegno europeo un'identità condivisa; una vera, profonda anima comune che ci faccia sentire parte di una grandiosa collettività, plurale e coesa. Insieme vogliamo cambiare l'Europa».

UE ha investito davvero troppo poco - «Mi pare importante che si riconosca che l'Europa ha investito davvero troppo poco e che questa è la via per uscire dalla crisi. Auspico che l'indicazione della Commissione, che intenderebbe considerare i contributi al Fondo europeo come neutrali rispetto al patto di stabilità e crescita, possa finalmente aprire la via ad una riflessione che noi sollecitiamo da tempo, sulla differenza fra spesa pubblica corrente e spesa pubblica per investimenti. Nel senso che non considerare nel computo del rapporto deficit Pil gli investimenti pubblici non è in contraddizione con una politica di bilancio sana e rigorosa».
«Sulla nostra capacità strategica nel dare risposte ai cittadini europei, preoccupati, disorientati e disillusi, dipenderà il nostro comune destino - ha proseguito Grasso -. Il Consiglio europeo di dicembre, atto conclusivo del semestre italiano, sarà chiamato ad assumere decisioni importanti: prima fra tutte, l'approvazione del piano Juncker. L'auspicio è che questa sia una prova di maturazione politica dell'Unione, che per dare rilievo (com'era necessario) alla disciplina finanziaria ha guardato quasi esclusivamente al presente e al breve periodo, senza alcun orientamento strategico della politica economica di ampio respiro in termini di espansione della capacità produttiva. Naturalmente ci sono diversi aspetti da approfondire nel piano Juncker, a partire dall'effettiva incidenza che potrà avere per la sua formulazione, ma l'importante - ha concluso la seconda carica dello Stato - è che si riconosca che l'Europa ha investito davvero troppo poco e che questa è la via per uscire dalla crisi».