Brunetta: «Renzi corre troppo»
Il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio attacca il premier, Matteo Renzi: "No ai ricatti. O Berlusconi libero o il NazaRenzi se lo faccia da solo", scrive su Twitter Renato Brunetta. E aggiunge: "Non capisco questa fretta improvvisa: c'é il progetto di tornare alle urne".
ROMA - Il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio attacca il premier, Matteo Renzi: «No ai ricatti. O Berlusconi libero o il NazaRenzi se lo faccia da solo", scrive su Twitter Renato Brunetta. E aggiunge: "Non capisco questa fretta improvvisa: c'é il progetto di tornare alle urne".
SE RENZI VUOLE SUBITO LA LEGGE ELETTORALE, E' PERCHE' VUOLE TORNARE ALLE URNE - «Quel che non capisco è tutta questa fretta. La fretta che travolge adesso Renzi per condurre in porto la legge elettorale, l'Italicum cambiato e rivisto per la nona volta": afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati Fi, in un'intervista a Repubblica. «Non me lo spiego - prosegue - soprattutto se, come dice, vuole arrivare al 2018. Ma un ragionamento lo posso fare. Normalmente le riforme elettorali si approvano a fine legislatura. Se si fanno a metà, vuol dire che la si vuole interrompere, forse. Quando la pistola è carica, è molto probabile che spari».
A RISCHIO L'ACCORDO DEL NAZARENO - Brunetta ricorda che Fi era per l'approvazione in tempi rapidi dell'Italicum: «Noi sì, Renzi meno. La riforma passa il 16 marzo con grande fatica e col voto determinante di Fi. Si disse che sarebbe stata approvata al Senato entro quello stesso mese. Inspiegabilmente, Renzi ha preferito insabbiare, anzi spiaggiare». Se Matteo Renzi facesse accordi con altri «verrebbe meno l'accordo» del Nazareno. Quanto all'ipotesi del premier di accordarsi con M5S, Brunetta osserva: «Che ci provi. Ricordiamo tutti che fine ha fatto Bersani. Al pocker, se non hai la forza di vedere e scoprire il bluff, perdi».
ORA LA PAROLA SPETTA A FI - Quanto al premio alla lista e le preferenze, il capogruppo Fi a Montecitorio dice: «Non ci turba in astratto. Ma si vuol passare dal bipolarismo al bipartitismo? Bene, questo richiede allora il presidenzialismo. Le preferenze non erano escluse? Forse, dopo nove modifiche renziane, tutte accettate, è il caso che si cominci noi a rivedere la riforma. Da quel 16 marzo tante cose sono cambiate e noi non siamo mica fessi». Il premier la settimana prossima porta il testo al Senato? «Sarebbe contro il Nazareno. Senza accordo non si procede. Noi rilanciamo: approviamolo nella formulazione uscita dalla Camera. Renzi vuol far saltare tutto? Se ne assumerà la responsabilità».
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