19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Nomine CSM: un altro dietrofront

Violante: Mi ritiro

Luciano Violante rinuncia alla sua candidatura a giudice costituzionale. E' lo stesso ex presidente della Camera ad annunciarlo attraverso una lettera aperta inviata al Corriere della Sera.

ROMA - Luciano Violante rinuncia alla sua candidatura a giudice costituzionale. E' lo stesso ex presidente della Camera ad annunciarlo attraverso una lettera aperta inviata al Corriere della Sera.

VIOLANTE: MI RITIRO - Violante ha sottolineato che «il protarsi della indecisione» nell'elezione dei giudici costituzionali - con il suo nome che non è mai riuscito a raggiungere il quorum di voti richiesto - «sta producendo un grave discredito delle istituzioni accentuato dal manifestarsi in aula, nel corso delle ultime votazioni, di comportamenti, limitati ma gravi, di dileggio del Parlamento». E' questa «una deriva che offende l'autorevolezza delle istituzioni e la dignita' delle persone», ha aggiunto invitando a «scegliere altra personalita' ritenuta piu' idonea ad ottenere il consenso necessario».

LA SUA LETTERA AL CORRIERE - Violante dopo aver resistito per 20 scrutini alle imboscate dell'Aula ha deciso di fare un passo indietro. Ha scritto un'appassionata lettera ai «signori e alle signore del Parlamento», perché «è necessario fermare una deriva che offende l'autorevolezza delle istituzioni e la dignità delle persone». Violante si permette di far notare quanto sia sbagliata «l'idea, non maggioritaria, ma diffusa che l'attività politica debba ridursi a uno scontro privo di confini e di principi morali». Perchè «nessun paese può tollerare per troppo tempo una vita parlamentare frenata da ribellismi e forzature; una democrazia incapace di decidere attraverso il rispetto delle reciproche posizioni è una pura rappresentazione teatrale».

IL DOPO-VIOLANTE - Ma c'é ora chi profetizza che il dopo Violante sarà ancora più in salita rispetto all'impasse visto fin qui. Silvio Berlusconi dice che Fi e Pd puntano su due donne, ma i nomi più autorevoli in circolazione sembrano essere quelli di Massimo Luciani e Giovanni Guzzetta. A meno che il protrarsi dell'indecisione, e soprattutto del conflitto d'interessi in corso tra i partiti e tra il governo e l'opposizione, non bruci anche loro.