28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Trentesima fumata nera Parlamento

Stallo sulla Consulta, Boldrini: «Così si logora dignità Camere»

Oggi pomeriggio a Montecitorio in meno di tre ore sono stati archiviati con un nulla di fatto anche il trentesimo, il nono e il settimo scrutinio per la scelta dei tre giudici costituzionali che mancano rispettivamente da da 530, 314 e 156 giorni.

ROMA - Non sono bastati ai gruppi parlamentari dieci giorni di tempo dall'ultima fumata nera sui giudici costituzionali per trovare un accordo. Non è servito il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervistato dal Messaggero quattro giorni fa, né la 'minaccia' dei presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, di convocare sedute quotidiane del Parlamento, ogni sera alle 19: oggi pomeriggio a Montecitorio in meno di tre ore sono stati archiviati con un nulla di fatto anche il trentesimo, il nono e il settimo scrutinio per la scelta dei tre giudici costituzionali che mancano rispettivamente da da 530, 314 e 156 giorni.

Il metodo a tre nomi traballa
La situazione è di completo stallo, tanto che già stamattina i gruppi che nelle ultime votazioni avevano sostenuto la terna Augusto Barbera, Francesco Paolo Sisto, Giovanni Pitruzzella (poi dopo il ritiro di quest'ultimo Ida Nicotra) hanno dato l'ordine via sms ai parlamentari di votare scheda bianca. Il metodo della rosa di tre nomi Pd-Fi-area di centro oggettivamente traballa ma nessuno lo dice ufficialmente. Ufficialmente il Pd dice che la candidatura di Barbera resta «ferma», come spiega il capogruppo Ettore Rosato riunendo l'ufficio di presidenza del gruppo prima della seduta, e, ufficialmente interpellati in Transatlantico, i capigruppo Fi al Senato e alla Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, confermano Sisto.

Sfoghi e accuse incrociate
Lontano dai taccuini però è tutto un fiorire di congetture, sfoghi e accuse incrociate: per i sostenitori di Sisto è l'area di centro (Area Popolare, Scelta Civica, Per l'Italia-Centro democratico) che non riesce a mettersi d'accordo sul terzo nome; per alcuni centristi invece il problema è nel Pd dove parte della minoranza non voterebbe compatto Barbera; in molti danno per morto e sepolto l'accordo maggioranza-Fi con l'abbandono del candidato azzurro a favore di un'intesa con il Movimento 5 Stelle ma Danilo Toninelli fa sapere che «non c'è stato nessun contatto del Pd nei nostri confronti, né viceversa». E ritiene che «non si siano fatti avanti perché evidentemente vogliono mantenere un asse con Fi e non far cadere Sisto e oggi votano bianca per non bruciare né lui né l'altro candidato Barbera»; e poi c'è chi dice che invece Forza Italia avrebbe già mollato Sisto per sondare Raffaele Squitieri. I numeri della fumata nera di oggi danno un'unica certezza sui nomi: il candidato M5s resta Franco Modugno, il più votato con 110 voti. Poi ci sono 444 schede bianche, 22 nulle, 37 disperse, 22 voti per Gaetano Piepoli, 16 per Sisto, 11 per Barbera. E un crollo del numero dei votanti a 632.

Boldrini: «Così si logora dignità Camere»
Al netto delle accuse e dei veti incrociati, un altro ostacolo enorme a qualsiasi accordo sulla Consulta è rappresentato dalla legge di stabilità che sta tenendo impegnati i gruppi giorno e notte anche nel weekend. «Siamo chiusi in commissione da giorni - si sfoga un capogruppo di maggioranza - non c'è il tempo materiale per sedersi intorno a un tavolo e mettersi d'accordo». E le battaglie sui singoli capitoli della manovra, il cui approdo in aula è slittato da domani a mercoledì, non favoriscono certo il clima per l'intesa. Tanto che suscita non pochi malumori la decisione dei presidenti delle Camere di convocare sedute quotidiane per la Consulta. La prima domani alle 19. «L'inconcludenza sull'elezione dei tre giudici costituzionali logora la dignità del Parlamento», ha tuonato oggi la presidente della Camera. Ma la previsione di chi sta seguendo da vicino la manovra è che non si arriverà a una fumata bianca prima di aver approvato la stabilità. Cioè non prima della fine di questa settimana.