19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Riunito Consiglio supremo di Difesa

Napolitano: «Isis minaccia per l'Italia»

Al Quirinale, oggi, si è riunito il Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il CsD ha lanciato l'allarme Isis anche in Italia e ha sottolineato l'urgenza di rinforzare la difesa del paese.

ROMA - Oggi al Quirinale si è riunito il Consiglio supremo di Difesa presieduto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Presenti all'incontro anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi; il ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini; il ministro degli Interni, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan; il ministro della Difesa, Roberta Pinotti; il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

RISCHI RILEVANTI IN EUROPA E IN ITALIA - Il Consiglio supremo di Difesa ha lanciato l'allarme Isis anche in Italia: «La pressione militare dell'Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell'estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati». Continua l'avvertimento il Consiglio supremo di Difesa, affermando: «È quindi necessario che l'Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia. La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali».

SERVE TRASFORMAZIONE DELLA DIFESA - La nota del Consiglio supremo di Difesa continua sottolineando l'impellenza della situazione: «La situazione in atto dimostra l'urgenza e l'importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilità di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell'organizzazione europea della sicurezza. Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potrà essere sufficiente a garantire l'Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano già nel breve termine».