20 marzo 2023
Aggiornato 14:30
Il Mattinale contro il presidente della Repubblica

Forza Italia: Napolitano sta con Renzi, non è super-partes

La nota politica redatta dallo staff di Forza Italia punta il dito direttamente contro il Presidente Giorgio Napolitano: «Può manifestare così apertamente di appartenere al partito del premier? Non si è comportato allo stesso modo con Berlusconi».

ROMA - «Benvenuta sinistra. Bene arrivati, presidenti Renzi e Napolitano dove noi ci eravamo accampati circa dodici anni fa. Logico che noi siamo d'accordo con noi stessi. E accettiamo di votare e sostenere le proposte del governo. Non ci importa se giovano a Renzi, né che conseguenze politiche possano avere. Ci interessa che salvino l'Italia, o almeno fermino lo scivolamento inesorabile verso l'abisso». E' quanto è scritto su 'Il Mattinale' (www.ilmattinale.it), la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera. «Constatiamo che esistono ormai due Pd. Uno maggioritario (?) guidato da Renzi. Un altro avversario del primo, e non su questioni marginali, ma sulla stessa idea di che cosa sia diritto inalienabile del lavoratore e che cosa no. Su questo punto Renzi - si legge ancora - dice di essere disposto ad arrivare a realizzare il suo disegno di riforma del lavoro, con l'abrogazione dell'art. 18, anche 'in modo quasi violento».

NAPOLITANO NON È IMPARZIALE  - «Napolitano gli dà manforte, davanti a un pubblico di studenti, scandendo 'anatemi contro conservatorismi, corporativismi e ingiustizie'. Può il presidente della Repubblica - si osserva sul Mattinale - esternare fino a entrare di fatto in una contesa del suo partito di appartenenza? Noi ne dubitiamo. Perché il Capo dello Stato non si comportò identicamente dinanzi alle riforme modernizzatrici della pubblica amministrazione e della scuola volute dal governo Berlusconi? Ora difende Renzi. Perché nel 2011 ostacolò invece, certo in buona fede, la volontà di Berlusconi di portare al G8 di Cannes un decreto legge che avrebbe tolto ragioni al complotto ordito contro il nostro governo legittimamente eletto? No, due pesi e due misure non vanno bene».

LE AGENZIE DI RATING HANNO AGITO IN MALAFEDE CONTRO L'ITALIA - «A questo proposito ci piace notare che a Trani si fa largo, con carte e testi di e-mail che il pm ritiene incontrovertibili, la conclusione - si legge ancora - che le agenzie di rating si mossero in malafede e con un disegno concertato decisero di declassare l'Italia sulla base di una volontà punitiva, senza riscontri nei fondamentali economici dell'Italia. La prima modernizzazione istituzionale è la trasparenza. Vale per i documenti della Commissione Mitrokhin, che il presidente Grasso tiene sigillati chissà perché, e per l'istituzione di una Commissione che per brevità chiameremo Geithner e che chiarisca gli avvenimenti dell'estate-autunno del 2011, e che portarono - è la conclusione - alle dimissioni del governo Berlusconi».