6 novembre 2024
Aggiornato 02:30
Timore caos in Emilia

Il caso di Vasco Errani è «diverso»

E' così che nel PD, renziani e non, spiegano l'onore delle armi concesso dal partito al presidente dell'Emilia Romagna, condannato in appello dopo essere stato assolto in primo grado. E' stata addirittura la segreteria del partito a diffondere una nota per chiedere a Errani di ripensarci, una mossa che in realtà ha sorpreso più di uno.

ROMA - Il caso di Vasco Errani è «diverso»: è così che nel Pd, renziani e non, spiegano l'onore delle armi concesso dal partito al presidente dell'Emilia Romagna, condannato in appello dopo essere stato assolto in primo grado. E' stata addirittura la segreteria del partito a diffondere una nota per chiedere a Errani di ripensarci, una mossa che in realtà ha sorpreso più di uno, vista la linea tenuta dal partito di recente di fronte a chi ha avuto guai con la giustizia. «In questo caso - dice però un dirigente del partito - è un'altra cosa, in primo grado c'era stata un'assoluzione e la sentenza non è definitiva, mentre Orsoni, patteggiando, ha ammesso la colpa... ». Ma ci sono anche ragioni di opportunità, secondo molti, in questa decisione di Renzi.

Innanzitutto, il buon rapporto che lega il premier all'ormai ex presidente dell'Emilia Romagna: i due si parlavano molto già durante la segreteria Bersani e, anzi, qualcuno definisce Errani «l'unico di 'quelli con cui si può davvero dialogare». Il presidente dell'Emilia, peraltro, era anche alla guida della conferenza stato regioni e in quella veste ha dato un grosso aiuto a Renzi con la riforma del Senato e del Titolo V.

Inoltre, sottolineano, non bisogna sottovalutare le conseguenze delle dimissioni di Errani: il voto in Emilia Romagna era previsto per il prossimo anno, e già si era aperta una corsa tutta renziana tra Stefano Bonaccini e Matteo Richetti per la successione alla guida della regione. Corsa che avviene in un panorama già complicato, visto che anche la scelta del prossimo segretario regionale, prevista per il prossimo autunno, è tutt'altro che facile e sta innescando una competizione accesa nel partito. Anche per tutti questi motivi, spiegano, Renzi ha deciso di adottare un profilo 'garantista' con Errani, a differenza di quanto fatto nelle scorse settimane con Genovese e Orsoni.