18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Emilia verso elezioni

A Errani un anno per falso ideologico

Un paio di minuti al telefono con il suo avvocato per apprendere la sentenza «sconcertante» della Corte d'Appello che ha stravolto la decisione del giudice di primo grado di archiviare il caso perché «il fatto non sussiste». Poi in meno di mezz'ora la decisione di dimettersi dopo 15 anni dalla guida della Regione Emilia-Romagna, a pochi mesi dalla scadenza naturale.

BOLOGNA - Un paio di minuti al telefono con il suo avvocato per apprendere la sentenza «sconcertante» della Corte d'Appello che ha stravolto la decisione del giudice di primo grado di archiviare il caso perché «il fatto non sussiste». Poi in meno di mezz'ora la decisione di dimettersi dopo 15 anni dalla guida della Regione Emilia-Romagna, a pochi mesi dalla scadenza naturale. Vasco Errani, considerato un «modello» di buon governo del Pd in Italia, in attesa di ricorrere in Cassazione contro la condanna a un anno di detenzione per falso ideologico per aver favorito un finanziamento di un milione alla cooperativa agricola «Terremerse» gestita dal fratello Giovanni, apre l'ennesima «crisi» in regione.

Si dovranno attendere diversi giorni per conoscere le motivazioni della Corte d'Appello, che senza richiedere ulteriori indagini o ascoltare nuovi testimoni ha di fatto stravolto la sentenza dei colleghi nel primo grado di giudizio. Errani, secondo l'accusa, avrebbe favorito la cooperativa agricola del fratello, che aveva chiesto un finanziamento di un milione di euro alla Regione per la creazione di una cantina a Imola, cantina che però non era stata finita entro il termine indicato dal bando. Fu lo stesso Vasco Errani a inviare spontaneamente una «relazione» alla procura che stava indagando sul fratello per truffa, per dimostrare l'estraneità della Regione che poi si è costituita parte lesa. Secondo i pm il governatore avrebbe indotto i due funzionari Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini (in appello condannati a 1 anno e 2 mesi) a raccontare il falso. «Si tratta di una sentenza a mio avviso sconcertante - ha detto l'avvocato di Errani, Alessandro Gamberini -. Errani è innocente in questa vicenda, non c'era niente che provasse alcuna forma di istigazione a fare il falso, quindi ricorreremo in Cassazione».

La politica, sconvolta dopo la notizia del tribunale di Bologna, è divisa: il Pd - per bocca della segretaria nazionale - ha chiesto ad Errani un ripensamento sulle dimissioni e ha espresso solidarietà e affetto al presidente della Conferenza delle Regioni; nel giorno in cui sono stati assolti Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri nel processo Mediatrade, per il centrodestra la scelta di fare un passo indietro del governatore era «l'unica strada percorribile»; per il Movimento 5 Stelle, che ha rimarcato l'onestà intellettuale del governatore, è scontato andare subito alle elezioni.

Tutto lascia pensare che non ci sia bisogno di un commissario straordinario per l'Emilia e che si vada alle elezioni regionali il prima possibile. Si tratta di capire se il Pd - che proprio in questi giorni aveva avviato il dibattito interno per la successione della segreteria regionale, ora in mano a Stefano Bonaccini, e per individuare il candidato post-Errani - sarà in grado di assorbire gli effetti di questo «urto». Oltre alla solidarietà espressa dai sindaci emiliano-romagnoli e dai sindacati tutti, le forze imprenditoriali per bocca di Confindustria hanno espresso la propria preoccupazione: le dimissioni di Errani avranno una «conseguenza rilevante» su alcuni dossier aperti, primo fra tutti quello legato alla ricostruzione post-sisma 2012. Se si dovrà tornare alle urne, si faccia «con la massima tempestività» per ridurre «al minimo il periodo di transizione e di mera amministrazione ordinaria».