17 agosto 2025
Aggiornato 23:30
Europee 2014

«Grillo? #VinciamoPoi»

Mano a mano che exit poll e proiezioni rivedono al rialzo i numeri del Pd, su Twitter gli utenti ironizzano sul secondo posto del movimento di Beppe Grillo. E #VinciamoPoi sale al primo posto nelle tendenze.

ROMA - L'ordine del silenzio è arrivato da una mail dei capigruppo ai parlamentari del Movimento 5 stelle, che raccomandava agli eletti di non commentare i dati provvisori, le proiezioni, gli exit poll. Prima, quindi, del tonfo dei risultati, annunciato da exit poll e proiezioni via via sempre più preciso che hanno certificato la dispersione di circa tre milioni di voti nei 15 mesi trascorsi dalle ultime elezioni e il trionfo di quel Matteo Renzi che tante volte, nella propaganda dei «grillini», era stato dato per sconfitto. Quell'ordine è stato a maggior ragione rispettato, anche dopo che il dato politico era largamente acquisito: «Non commentiamo niente, solo a risultati finali», è stata la laconica risposta di Giuseppe Brescia, capogruppo-portavoce alla Camera. Ma al silenzio dei deputati e dei senatori, di solito piuttosto loquaci almeno sui social network, si accompagna in serata lo sconforto degli attivisti sul blog, invaso peraltro, come tutti i social network più frequentati, dai commenti degli avversari e dal beffardo hashtag dei vincitori del Pd, che hanno rovesciato lo slogan di Grillo #vinciamonoi in #vinciamopoi.

Nella timeline di Twitter dedicata allo slogan della campagna elettorale, la rabbia di Alice Martini contro gli elettori: «Una cosa è chiara. Il vostro fondoschiena - scrive alludendo al bonus Irpef per i redditi bassi varato dal Governo - vale 80 euro». Giovanni Zangara, dall'esterno, suggerisce: «Torni a fare il comico e lasci ai suoi giovani politici la voglia di sostenere le riforme! Casaleggio torni su Marte!». Ma c'è anche chi è ottimista, come Gianluca Cadente, secondo il quale «le campagne diffamatorie» contro Grillo «hanno funzionato. Ciò che non funziona - scrive - è il vostro governo. Ma prima o poi #vinciamonoi», conclude.

Sospesa sul futuro del Movimento 5 stelle resta la promessa, forse solo elettorale, del leader Beppe Grillo: «O vinciamo, o stavolta me ne vado a casa. E non scherzo». Per Francesco Campanella, uno dei senatori espulsi per le loro critiche al vertice e alla linea del no al confronto sulle riforme, all'interno del M5S sono rimasti «alcuni dubbiosi» e ora «bisognerà vedere che atteggiamento assumeranno». Ma il Movimento 5 stelle dovrà fare i conti con la prima, innegabile, e pesante sconfitta a livello nazionale della sua storia. E un nuovo scontro interno potrebbe comprometterne definitivamente il futuro.