28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Difesa

Napolitano fa gli auguri alle Forze armate

Il presidente della Repubblica sui marò: «Confidiamo che si aprano prospettive di un processo corretto e rapido, che ora incontra difficoltà anche a causa delle elezioni indiane». Ai soldati impegnati in missione: «Dobbiamo riuscire a trasmettere agli italiani il senso della totale dedizione dei nostri militari al solo interesse dell'Italia»

ROMA - «A volte sembra che siamo l'unico paese in cui le elezioni creano problemi ma li creano purtroppo anche in India». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando al Centro operativo interforze per gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati in missioni internazionali, facendo riferimento alla vicenda dei fucilieri di Marina detenuti in India.

SU MARÒ CONFIDO IN PROSPETTIVE - «Confidiamo si aprano prospettive» per i due militari «come ci era stato detto anche in occasione dell'incontro con l'ambasciatore indiano per le credenziali», ha spiegato Napolitano in collegamento video con l'ambasciata italiana a New Delhi con Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

PROCESSO RAPIDO E CORRETTO - «Il governo italiano tutto dedica la massima attenzione e la massima partecipazione umana al vostro difficile impegno di pazienza, resistenza ed efficace difesa dinanzi alle autorità giudiziarie indiane - ha assicurato il capo dello Stato - confidiamo che si aprano prospettive di un processo corretto e rapido, fair e fast, che ora incontra difficoltà anche a causa delle elezioni indiane. Le vicende elettorali non sono una complicazione solo in Italia...».

MISSIONI ALL'ESTERO DANNO PRESTIGIO - La nostra partecipazione alla missioni militari internazionali «è uno dei maggiori fattori di prestigio internazionale per il nostro Paese, guai a venir meno all'obbligo che sentiamo di avere con la comunità internazionale», ha ribadito il presidente della Repubblica. Napolitano ha invitato anzi a «valorizzare gli aspetti della presenza italiana nei teatri ad alto rischio» che si caratterizza «per il rapporto con la popolazione e per il miglioramento delle condizioni di vita dei civili».

MARE NOSTRUM SALVA MIGLIAIA VITE - Quanto all'operazione Mare Nostrum «é un titolo di vanto per il nostro Paese» ha affermato l'inquilino del Quirinale. «L'Italia senza attendere gli altri Paesi ha scelto di garantire una presenza di stabilizzazione e soccorso umanitario dei flussi di richiedenti asilo che fuggono dai conflitti - ha sottolineato il Capo dello Stato - voi potete fare la differenza per le barche della disperazione e della morte. Il salvataggio di migliaia di persone dimostra l'altissimo senso umanitario e la civiltà del nostro Paese».

IN 2014 NON ABBANDONIAMO AFGHANISTAN - Nel 2014 «comincerà il processo di riduzione della nostra presenza e di quella Isaf in Afghanistan ma questo non significherà abbandonare il paese sulla via che abbiamo costruito per il suo futuro». Lo ha sottolineato il Napolitano che ha aggiunto: «Il 2014 sarà un anno cruciale per l'Afghanistan perché ci saranno le elezioni e dovremo essere in condizione di passare pienamente alle forze armate afghane la responsabilità di garantire l'ordine e l'unità del Paese».

SIRIA E LIBANO - Quindi il capo dello Stato ha fatto un accenno su Damasco e Beirut: «L'Italia ha dato un buon contributo per evitare la prova di forza e così si è trovata la strada per un negoziato minimo con il regime siriano sulle armi chimiche». Secondo il presidente della Repubblica è anche grazie alla presenza italiana in Libano che «è' stato possibile trovare la strada del negoziato e sdrammatizzare i rapporti tra Siria e Libano».

LAVORO MILITARI IN OMBRA - «Qualche volta si trascura di evidenziare i risultati dei nostri militari impegnati all'estero, risultati che danno pienamente ragione alla partecipazione italiana» a queste missioni internazionali, ha sottolineato Napolitano. «Dobbiamo riuscire a trasmettere agli italiani il senso della totale dedizione delle nostre forze armate al solo interesse dell'Italia - ha detto il capo dello Stato - i nostri uomini che oggi salutiamo alla vigilia di Natale sono sempre uno dei capitoli più importanti e gratificanti per l'Italia. Le situazioni in cui operano rimangono molto difficili ma dove ci sono stati progressi civili e opere realizzate per le popolazioni noi non valorizziamo abbastanza questi aspetti della presenza italiana. Anche in teatri ad alto rischio noi ci caratterizziamo per il rapporto con le popolazioni e per il miglioramento delle loro condizioni».
Napolitano, accompagnato dal ministro della Difesa, Mario Mauro e dal Capo di Stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, si è collegato con i contingenti presenti a Kabul ed Herat in Afghanistan, con Naqoura in Libano, Kfor in Kosovo, con Tripoli in Libia, con i militari presenti negli Emirati Arabi e con la nave San Marco che opera nella missione Mare Nostrum e infine con l'ambasciata italiana a New Delhi per salutare i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

MANTENERE VIVO RICORDO VITTIME AFGHANISTAN - Parlando ai militari a Kabul ed Herat il presidente della Repubblica ha ribadito la «solidarietà alle famiglie dei caduti che hanno dato uno spettacolare esempio di senso della responsabilità e della dignità. Dobbiamo sempre mantenere vivo il ricordo dei volti e dei nomi di chi si è sacrificato» in quella missione.

LIBIA CI PREOCCUPA PIÙ DI TUTTO - Ai nostri soldati impegnati a Tripoli Napolitano ha detto che «la Libia è la situazione che ci tocca e ci preoccupa di più, perciò l'addestramento fornito dai nostri soldati è essenziale per una prospettiva di pacificazione e per superare i focolai di ribellione ancora presenti».

SPERO VEDERE MARÒ IN QUIRINALE A BREVE - Ai marinai il capo dello Stato ha rinnovato la vicinanza di tutto il Paese «a questi nostri fratelli esposti ancora alle incognite di una vicenda drammatica e tortuosa. Sono contento che i vostri familiari vi siano vicini in questi giorni e vi assicuro che noi vi staremo vicini fino alla conclusione della vostra drammatica avventura. Spero di rivedervi tra non molto al Quirinale», ha concluso il presidente della Repubblica.