1 settembre 2025
Aggiornato 15:00
Quirinale

La scena politica ha conosciuto «mutamenti incalzanti ali da presentare incognite non facilmente decifrabili»

RP | RP | Napolitano ha invitato a dare risposte al disagio sociale. Poi ha chiesto che le forze politiche portino a termine la riforma della Costituzione e che trovino un'intesa sulla legge elettorale. A Berlusconi ha detto di non evocare colpi di stato

ROMA – Giorgio Napolitano ha sottolineato che nell'ultimo anno la scena politica italiana «ha conosciuto mutamenti incalzanti, ancora lontani da un chiaro assestamento e tali da presentare incognite non facilmente decifrabili».

MASSIMA ATTENZIONE MALESSERE SOCIALE - Il presidente della Repubblica, nel saluto alle alte cariche dello Stato, ha esortato ad «accompagnare il più severo richiamo al rispetto della legge con la massima attenzione a tutte le cause e casi di più acuto malessere sociale», con riferimento alle proteste che in questi giorni stanno attraversando l'Italia.

Per il capo dello Stato servono decisioni di risanamento sulla vita politica istituzionale come «quelle che incidano radicalmente sul finanziamento ai partiti» e misure sociali di sostegno alle fasce deboli per contrastare il malessere sociale e sfiducia politica esasperato nel nostro paese da fenomeni di corruzione e malcostume.

MISURE INCISIVE - «Le più elaborate previsioni internazionali per il 2014 segnalano - ha sottolineato - un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali, originate dalle regressioni e dalle crescenti disuguaglianze subite in questi anni, in modo particolare nel nostro continente. Un rischio che si presenta naturalmente non nella stessa misura in tutti i paesi dell'Unione, ma che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia». Le risposte tese a contrastare il radicarsi di questo malcontento sociale e di questa sfiducia politica secondo Napolitano «debbono dunque abbracciare in uno stesso impegno decisioni di risanamento della vita politico-istituzionale (come quelle che incidano radicalmente sul finanziamento dei partiti), misure sociali di sostegno per i settori più colpiti e per le fasce più deboli della popolazione, indirizzi di efficace rilancio dell'economia e dell'occupazione».

ATTENZIONE AD ESCLUSI - «La massima attenzione - ha aggiunto - va data a quanti non sono raggiunti da risposte al loro disagio: categorie, gruppi, persone, che possono farsi coinvolgere in proteste indiscriminate e finanche violente, in un estremo e sterile moto di contrapposizione totale alla politica e alle istituzioni».

IO INVITO A RIFLESSIONE - Quanto al suo ruolo, Napolitano ha spiegato che «governo, Parlamento, presidente della Repubblica: ciascuna istituzione ha le sue, ben distinte, responsabilità. Le sorti del governo poggiano soltanto sulle sue forze, sono legate soltanto al rapporto di fiducia con la sua maggioranza. E' nel pieno rispetto dell'autonoma responsabilità del governo che il capo dello Stato interviene in spirito di cooperazione e con contributi di riflessione».

TORNI CLIMA CIVILE CONFRONTO - Quindi l'inquilino del Quirinale ha espresso il desiderio che nelle Camere si affermi un clima di «civile confronto e fruttuoso impegno nel rispetto dei diritti di tutte le forze politiche e nella riaffermazione delle regole che le Camere si sono date».

RIFORMA CARTA FERMA DA '92 - Poi il capo dello Stato ha ribadito la necessità della riforma della seconda parte della Costituzione: «Mancare anche questa volta l'obiettivo della revisione della seconda parte della Costituzione sarebbe fatale per il rilancio delle potenzialità e del progresso della nazione». Il presidente della Repubblica ha ricordato che l'obiettivo di riformare la Carta «era stato tracciato già nel 1992 nel messaggio di insediamento del presidente Scalfaro».

BASTA PESTARE ACQUA IN MORTAIO - Sulla legge elettorale invece, Napolitano ha chiesto che «si dialoghi e si cerchino intese innanzitutto nella maggioranza di governo ma, nella massima misura possibile, anche con tutte le forze di opposizione». Il capo dello Stato ha invocato un «impegno del Parlamento sul terreno delle riforme e per elaborare una nuova legge elettorale» e ha sottolineato come «dalla formazione del governo si è imperdonabilmente pestata acqua nel mortaio, sia nella precedente legislatura che ancora per mesi in quella attuale per colpa di posizioni contrapposte che hanno provocato impotenza a decidere pur nell'avvicinarsi dall'esame della Corte costituzionale».

FI NON ABBANDONI RIFORME - Il presidente della Repubblica ha quindi rivolto uno «schietto appello» a Forza Italia (Fi) affinché l'uscita dalla maggioranza «non comporti l'abbandono del disegno di riforme costituzionali». Un appello che il capo dello Stato ha rivolto anche a «le forze di opposizione che hanno osteggiato» la modifica all'articolo 138 della Carta «ma non in linea pregiudiziale la scelta di determinate riforme. La ricerca della più larga convergenza a questo riguardo in Parlamento, resta sempre - ha aggiunto - uno sforzo da compiere e non ha nulla a che vedere con il concordare o il contrastare larghe intese o grandi coalizioni di governo». Napolitano ha sottolineato che attraverso il lavoro del ministro Quagliariello «sono state messe le premesse per le riforme necessarie e sarebbe dissennato buttar via quel prezioso telaio propositivo».

QUESTIONI VITALI - «Riforme come quelle del superamento del bicameralismo paritario, dello snellimento del Parlamento, della semplificazione, in chiave di linearità e di certezza dei tempi, del processo legislativo, o come al revisione del Titolo V varato nel 2001, sono ormai - ha insistito - questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico, per il successo di ogni disegno di rinnovato sviluppo economico, sociale e civile del nostro paese nel tempo della competizione globale».

BERLUSCONI NON EVOCHI COLPI STATO - Napolitano si è anche rivolto a Silvio Berlusconi, dicendogli che può certamente «tentare la strada di possibili procedimenti di revisione» o ricorsi «in sede europea» in seguito alla sentenza di condanna per il processo Mediaset, ma questo «non autorizza a evocare immaginari colpi di Stato e oscuri disegni cui non sarebbero state estranee le più alte istituzioni di garanzia. Queste estremizzazioni di ogni giudizio o reazione - ha aggiunto - non giovano a nessuno e possono solo provocare guasti nella vita democratica». Il capo dello Stato ha inoltre ribadito che «negli stati di diritto» c'è «l'affermarsi della divisione dei poteri e il rispetto delle autonome decisioni della magistratura».

SERVE PIU' MISURA - Il capo dello Stato ha spiegato che l'Italia avrebbe bisogno «di più misura, serenità, consapevolezza nel fare politica. Consapevolezza e senso dell'unità nazionale, pur tra consensi e dissensi, in un mondo solcato come da anni non accadeva, da tensioni, conflitti, minacce».

ISTITUZIONI LEGITTIME - Infine il presidente della Repubblica ha ricordato che la decisione della Corte costituzionale sulla legge elettorale non contraddice «il principio di continuità dello Stato fino a farci cadere nella anomia e nel caos. La prossima pubblicazione del testo della sentenza della Corte e delle sue motivazioni ne chiarirà certamente gli effetti giuridici e fornirà utili indicazioni al Parlamento».