Berlusconi è «costretto a restare»
RP | RP | RP | L'ex premier parla di «12 dichiarazioni assolutamente conformi che smentiscono completamente la base su cui la Corte di Cassazione mi ha condannato». Poi aggiunge: «Ero ben felice dopo 20 anni di militanza politica di ritirarmi ma adesso non ho motivi urgenti per fare un passo indietro e poi con la nascita del Nuovo centrodestra (Ncd) è indispensabile che io rimanga per avviare Fi»
ROMA – Come annunciato in mattinata, Silvio Berlusconi ha spiegato che i nuovi documenti sulla sentenza Mediaset, verranno presentati alla Corte d'Appello di Brescia «per chiedere la revisione del processo».
7 TESTIMONIANZE NUOVE - Tra i documenti, ha illustrato il Cavaliere, «12 testimonianze, di cui sette completamente nuove, e altre già proposte ai collegi di primo e secondo grado ma respinte». Quindi l'ex premier ne ha fatto diffuso alcuni estratti: «'Posso affermare che mister Berlusconi non ha avuto alcun pagamento da mister Agrama e non ha partecipato o fosse consapevole' dello schema costruito da 'mister Agrama, mister Gordon e mister Lorenzano per spartirsi i profitti dello schema elaborato'. Ha dichiarato Dominique Appliby, formalizzata in data 20 novembre 2013 a Los Angeles».
Per il presidente dei Forza Italia (Fi): «Questa e altre 11 dichiarazioni assolutamente conformi smentiscono completamente la base su cui la Corte di Cassazione mi ha condannato, il collegio ha dichiarato che Agrama era stato fittiziamente interposto da me tra la Paramount e Mediaset, e che quei profitti fossero spartiti tra di noi in quanto io sarei stato socio occulto di Agrama».
COSTRETTO A RESTARE - Quindi Berlusconi ha detto: «Sono costretto a restare in campo nonostante la mia veneranda età e le alternative che mi piacciono molto, come seguire il Milan. Ero ben felice dopo 20 anni di militanza politica di ritirarmi - ha spiegato il Cavaliere - ma adesso non ho motivi urgenti per fare un passo indietro e poi con la nascita del Nuovo centrodestra (Ncd) è indispensabile che io rimanga per avviare Fi». Il Cavaliere ha aggiunto che i sondaggi danno la nuova Fi al 21 per cento e il partito di Angelino Alfano al 3,9: «Sommati fanno il 25 per cento e superano di due punti la coalizione di sinistra, ma so che per vincere abbiamo bisogno di 5 punti in più».
NESSUNA CONTRATTAZIONE CON COLLE - Quanto a Napolitano, ha chiarito Berlusconi, con il presidente della Repubblica non c'è stato nessun patto e neanche alcuna «contrattazione» per l'«agibilità politica» del leader di Fi: «Non solo non c'è stato nessun patto, soprattutto rispetto a un salvacondotto, ma non c'è stata contrattazione alcuna».
SEMPRE PAGATO TASSE - Poi l'ex premier ha spiegato: «Rimettere in Costituzione l'articolo 68 sull'immunità parlamentare credo si imponga come prima necessità per garantire la libertà e la democrazia, che non ho alcun timore a dire che oggi è una democrazia dimezzata. Andrò fino in fondo con la revisione del processo e con il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo: devo uscire da questo attacco per quello che sono, un cittadino esemplare che ha sempre pagato le tasse e ne ha pagate tante dando un contributo positivo ai suoi cittadini e al suo Paese».
NON HO PASSAPORTI DIPLOMATICI - Il presidente di Fi ha rassicurato che «né Putin né altri mi hanno offerto un passaporto diplomatico e tanto meno io ne ho cercati. Desidero che la mia innocenza venga fuori a tutto tondo non prevedo scappatoie straniere». A chi gli ha chiesto se Putin glielo avesse offerto, Berlusconi ha risposto: «Nemmeno per sogno, né dalla Russia né da altri paesi, né io l'ho cercato, in Italia ho tutto, tutta la mia vita, non vedo perché dovrei andarmene».
DA CONDANNA DAMNATIO MEMORIA - In conclusione Berlusconi ha commentato: «Dal 1 agosto ad oggi ho passato i giorni più brutti della mia vita, non potete sapere quale indignazione si prova per avere ricevuto una condanna per qualcosa che non si è commesso, una condanna che comporta una damnatio memoria sulla propria storia di imprenditore e di uomo di Stato».
LA LETTERA A PD E M5S - Intanto Berlusconi ha scritto una lettera ai senatori del Partito democratico (Pd) e ai «giovani senatori» del Movimento 5 stelle (M5s), per chiedere di «rimandare il voto del Senato sulla mia decadenza».
RIMANDARE VOTO DECADENZA - «Siamo avversari politici - ha scritto l'ex premier - ma non per questo dovrebbe venire meno il rispetto reciproco, basato sulla dignità e i diritti. Con voi senatori Pd abbiamo formato un governo di larghe intese contro la crisi economica e per varare le riforme necessarie. Questo governo formato insieme per gli interessi superiori del Paese, presupponeva di per sè un clima più sereno e collaborativo tra le forze della maggioranza. Così non è stato ma senza un'autentica pacificazione e una reciproca legittimazione l'Italia non conoscerà mai la normale dialettica democratica. Vale anche per voi, giovani senatori Cinque stelle. Molti di voi sono animati da sincero amore per l'Italia: la vostra opposizione è chiara e determinata, la vostra indignazione è per gran parte fondata e comprensibile. Esercitate le vostre posizioni politiche nei principi di libertà».
ATTENTI AD ATTO VERGOGNOSO - Dunque, ha concluso l'ex premier: «Vi chiedo di riflettere davvero nell'intimo della vostra coscienza, prima di prendere una decisione che riguarda prima di me la democrazia stessa. Valutate le nuove prove e le testimonianze emerse dopo la condanna. In caso contrario vi assumereste una grave responsabilità: far decadere un leader politico darebbe un'immagine dell'Italia dove le divisioni politiche arrivano al punto di eliminare un leader politico calpestandone i diritti. Riflettete prima di prendere una decisione così grave, non fate prevalere le convenienze politiche del momento sulla vostra coscienza, non prendetevi una responsabilità di cui in futuro dovreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, ai vostri elettori e agli italiani».
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